BRUXELLES (WSI) – Sale ancora la tensione tra autorità Ue e italiane sulla flessibilità di bilancio. E come già successo con la Cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier Matteo Renzi rischia di fare la voce grossa per nulla, senza ottenere niente di concreto. Mentre sullo sfondo sale l’irritazione della Germania.
Indiscrezioni riportate da Repubblica segnalano come il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble abbia perso la pazienza.
Schaeuble associa la parola Italia a quella di ricatto. Il ministro tedesco sottolinea che è necessario dare i tre miliardi promessi alla Turchia, “perché impedisca ai rifugiati di venire in Europa”. Ma quei soldi “potrebbero diventare di più”.
E in ogni caso:
“Non ci faremo ricattare dall’Italia, che non vuole pagare la sua parte”
Ad accendere una nuova miccia esplosiva è stato Manfred Weber, presidente del Partito Popolare europeo (PPE) al Parlamento UE, che ha dichiarato come negli ultimi anni la Commissione europea abbia dato massima flessibilità, “ma ora anche i commissari socialisti, penso a Pierre Moscovici, constatano che non ci sono altri margini per concedere ulteriore flessibilità”.
Alle dichiarazioni di Weber, che non ha dimenticato di ricordare la lettere inviata all’Italia dal Presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker nella quale, oltre a citare gli “obblighi europei” si confermava lo “sconto” sui fondi inviati alla Turchia per la gestione degli sbarchi, hanno fatto eco quelle di Moscovici.
Il Commissario agli Affari economici Ue avrebbe detto di non capire perché “sui dossier di bilancio siamo in una controversia con il governo italiano, quando l’Italia è già il Paese che beneficia di più flessibilità rispetto al resto della Unione Europea. Poi la discussione proseguirà, ma non si può senza sosta aprirne di nuove, di discussioni sulle flessibilità”.
Il condizionale è d’obbligo perché ieri in serata da Bruxelles è giunta una rettifica sulle parole di Moscovici. Fonti della Commissione europea vicine al commissario hanno precisato che “le decisioni sulla flessibilità” dei bilanci pubblici degli Stati membri saranno prese a maggio dall’Esecutivo comunitario, e hanno sottolineato che “non c’è nessuna chiusura” su questo punto nei riguardi dell’Italia.
La “chiusura” era stata data per certa dalle interpretazioni che la stampa italiana ha dato di alcune affermazioni rilasciate da Moscovici a Strasburgo, ma la Commissione Ue ha diffuso il virgolettato delle dichiarazioni del commissario, chiedendo una rettifica di quanto stato riportato che non corrisponde alle frasi pronunciate.
Lo stesso Moscovici ha scritto su Twitter: “L’Italia beneficia di vari tipi di flessibilità di bilancio. Dialogo aperto sulle nuove richieste. Decisione della @EU_Commission a maggio”. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ricordato che lo sforzo fatto nel capitolo delle riforme “ci dà diritto a chiedere” un’ulteriore flessibilità dei conti.
L’Italia chiede “una gestione della politica fiscale più flessibile in base a regole che l’Europa ha stabilito, non che ci stiamo inventando“.
Dal canto suo Renzi, in viaggio in Africa, ha contrattaccato, sottolineato che “siamo pronti a sfiduciare (il presidente della Commissione Ue) Juncker”. Ora si tratta su 14 miliardi di margine per il 2017.
“È finito il tempo in cui l’Europa ci dice cosa dobbiamo fare. Noi diamo a Bruxelles venti miliardi e ne riceviamo undici. Vogliamo lavorare ma non prendiamo lezioncine”.
C’è attesa ora per la diffusione del Bollettino economico della Banca Centrale Europea contenente le nuove proiezioni sullo stato di salute dell’Eurozona. Il verdetto, che arriverà domani giovedì 4 febbrario è un importante indicatore di cui Bruxelles terrà conto durante l’esame dei bilanci statali.