ROMA (WSI) – La Turchia sarebbe pronta a una invasione militare della Siria. Lo ha detto oggi Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russa. La dichiarazione provoca una escalation di timori in tutto il mondo.
Così il generale, stando a quanto riportato da Ria Novosti:
“Abbiamo seri motivi per sospettare intensi preparativi da parte della Turchia per un’invasione militare sul territorio dello stato sovrano della Siria. Intravediamo segnali crescenti sull’esistenza di preparativi segreti da parte dell’esercito turco”.
Immediata la reazione dei prezzi del petrolio, che scontano l’acuirsi delle tensioni geopoliche e che a New York tornano a riagguantare la soglia di $33 al barile, salendo oltre +3%.
Si fanno sempre più tesi i rapporti tra Mosca e Ankara. E’ sempre di oggi l’annuncio del ministero degli Esteri turco, che ha confermato la decisione del paese di rifiutare il sorvolo di un aereo da ricognizione russo, nell’ambito delle operazioni del trattato Cieli aperti, per divergenze sull’itinerario concernenti un’area al confine tra la Turchia e la Siria.
I rapporti tra i due paesi continuano a deteriorarsi, a seguito dell’abbattimento da parte della Turchia, il 24 novembre scorso anno, di un caccia russo che stava sorvolando vicino al confine siriano. Ankara aveva motivato l’aggressione con una presunta violazione dello spazio aereo da parte di Mosca, che dal canto suo aveva respinto con forza le accuse.
Intanto oggi è stata la Francia a mostrare irritazione nei confronti della Russia, con il ministro degli Esteri Laurent Fabius, che ha chiesto al regime siriano e Mosca di porre fine ai bombardamenti e agli attacchi sulle città della Siria.
“La brutale offensiva lanciata dal regime di Bashar al Assad con il sostegno della Russia sta facendo fallire i negoziati. La Francia chiede il rispetto del diritto umanitario internazionale, la revoca di tutti gli assedi che stanno affamando la popolazione e la fine dei bombardamenti”.
Mentre il generale russo ha illustrato i successi di Mosca nell’intervento militare in Russia, una ong ha reso nota inoltre l’ennesimo tragico bilancio dei civili uccisi. Così il generale Igor Konashenkov:
“Negli ultimi tre giorni, dall’1 al 4 febbraio, i jet russi hanno compiuto 237 missioni colpendo 875 obiettivi terroristi nelle province di Aleppo, Latakia, Homs, Hama e Deir Ezzor“.
L’ong Osservatorio per i diritti umani ha invece reso noto che i raid aerei russi che hanno colpito Aleppo hanno provocato la morte di 21 civili, tra cui tre bambini. I raid sarebbero stati sferrati inoltre in un’area in cui l’ISIS è assente, in cui si registra comunque la presenza di Al Nusra, gruppo legato ad al-Qaida.