ROMA (WSI) – Le banche potranno recuperare in maniera più veloce le garanzie su un credito “cioè diventare proprietarie della vostra casa se non pagate il mutuo”. A rivelarlo è un articolo de Il Giornale che fa riferimento all’arrivo in commissione Finanze alla Camera dei deputati della bozza di un decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue n. 17 del 014, la direttiva sul credito ipotecario (Mortgage credit directive), da approvare entro il 21 marzo 2016.
La direttiva europea stabilisce che se non si riesce a rimborsare le rate di un finanziamento per l’acquisto di un bene posto a garanzia, è possibile trasferire quel bene al creditore. In parole povere se non si riesce a pagare le rate del mutuo per l’acquisto della casa, la casa stessa ritorna alla banca che può venderla e una volta venduta, “il debitore potrà ottenere indietro l’eccedenza tra il prezzo di vendita e l’ammontare del debito non rimborsato”. È l’articolo 28 della direttiva Ue 17 del 2014 a stabilire che:
“Gli Stati membri non impediscono alle parti di un contratto di credito di convenire espressamente che la restituzione o il trasferimento della garanzia reale o dei proventi della vendita della garanzia reale è sufficiente a rimborsare il credito”.
“La bozza di decreto legislativo, però, compie un passo ulteriore rispetto alla normativa europea e prevede che «le parti del contratto di credito possono convenire espressamente, al momento della conclusione del contratto di credito o successivamente, che in caso di inadempimento del consumatore, la restituzione o il trasferimento del bene immobile oggetto di garanzia reale o dei proventi della vendita del medesimo bene comporta l’estinzione del debito, fermo restando il diritto del consumatore all’eccedenza».
La banca oggi deve rivolgersi al giudice prima di espropriare la casa. Così potrebbe accelerare la procedura e vendere l’immobile in caso di mancato pagamento del mutuo. In sostanza non ci sarà più il passaggio in Tribunale e verrà meno l’articolo 2744 del nostro Codice civile sul divieto di patto commissorio, che vieta le pattuizioni in cui, in caso di inadempimento del credito garantito, si conviene che la cosa data in pegno o in ipoteca passi in proprietà del creditore.
Così Il Giornale:
“A prima vista, comunque, la direttiva europea sembra porre problemi di costituzionalità. L’articolo 2744 del Codice Civile sancisce il «divieto del patto commissorio», ossia che in caso di inadempimento del credito il bene dato in pegno non può passare nella disponibilità o proprietà del creditore. Tant’è vero che, quando un mutuatario non rispetta per 7 volte la scadenza delle rate come stabilito dal testo unico bancario, la banca che eroga il mutuo si rivolge al Tribunale per avviare la procedura esecutiva: la casa viene messa all’asta e l’eventuale eccedenza, una volta venduta, retrocessa al debitore. Questa specificità italiana non è comune ad altri Paesi europei e la Cassazione, in passato, ha dato soddisfazione a creditori esteri di clienti italiani.
Il decreto, secondo quanto riferisce Il Giornale, “sarebbe un sostanzioso aiuto per il settore bancario gravato da 201 miliardi di sofferenze delle quali 64 miliardi a imprese di costruzioni o immobiliari e 15 miliardi di mutui ipotecari alle famiglie consumatrici”.
Per avere delucidazioni ulteriori sull’argomento potete ascoltare l’intervento di Alessandra Caparello di Wall Street Italia alla trasmissione Piazza inBlu del 10 febbraio di Radio inBlu, a partire dal minuto 15.25.