NEW YORK (WSI) – Nell’ultimo anno e mezzo, le quotazioni dei metalli hanno fatto meglio rispetto a quelle del petrolio. Ma la situazione è destinata a cambiare. Ne sono convinti gli analisti di Goldman Sachs, che puntano il dito verso il calo della domanda cinese per individuare la causa principale di tale situazione.
Gli esperti della banca americana si dicono particolarmente negativi sul prezzo del rame, che, a detta loro, dovrebbe scendere del 14% nel corso del prossimo anno a 4.000 dollari a tonnellata. Si tratta di una stima rivista in ribasso rispetto ai 4.500 dollari previsti in precedenza.
Rivista al ribasso anche la stima a un anno dell’alluminio, fissata a 1.350 dollari al tonnellata contro la precedente stima di 1.550 dollari.
Detto questo, non si sa bene quanto ci sia da fidarsi delle previsioni di una banca che nonostante la sua fama nell’universo degli investimenti ha appena dovuto chiudere cinque delle sei posizioni aperte per il 2016 che aveva indicato come “i migliori investimenti” dell’anno.
Una di queste posizioni, per l’esattezza quella che era stata definita la mossa migliore (Top Trade) del 2016, prevedeva l’andare lunghi sul cambio del dollaro sullo yen e sull’euro: la perdita potenziale è stata del 5% da novembre. Chi crede nei titoli di Stato italiano a medio termine dovrà iniziare a preoccuparsi. Tra le Top Trades del 2016 figurano infatti anche l’acquisto di contratti forward sui rendimenti a cinque anni italiani. La perdita è stata di 29 punti base dopo che lo Spread è salito a 219 punti base dai 160 del 19 novembre.
Oltre a questa sono state chiuse altre tre posizioni che dovevano essere invece le puntate vincenti dell’anno: quella rialzista nel decennale Usa legato al tasso di inflazione break-even (qui la perdita è stata di 21 punti base dal 10 novembre al 18 gennaio); la scommessa sulle big del settore bancario Usa (perdita potenziale del 5,4%) e infine la puntata sul valutario su un paniere composto da peso messicano e rublo russo da controbilanciare con una speculazione al ribasso contro un basket formato da rand sudafricano e peso cileno. In quest’ultimo caso il risultato dl 19 novembre al 19 gennaio è stato negativo del -6,6%.
L’unica scommessa per ora andata a buon fine è stata quella di restare lunghi su un paniere di esportatori di prodotti diversi dalle materie prime (Indice GSEMEXTD) e shortare invece un paniere dei 50 titoli bancari principali dei mercati emergenti (Indice GSEMBNKS).
Ormai ci sono clienti e investitori che probabilmente aspettano di conoscere le previsioni della banca per andare controcorrente.