WASHINGTON (WSI) – A lanciare l’allarme è il numero uno dell’intelligence a stelle e strisce, James Clapper secondo cui l’Isis quest’anno proverà ad attaccare l’America.
Clapper, capo delle 16 agenzie di intelligence Usa, è intervenuto nel corso di un’audizione dinanzi al Congresso e ha sottolineato come il sedicente Stato Islamico si sta infiltrando nel territorio americano camuffando i suoi affiliati tra i poveri rifugiati che scappano dalla guerra in Siria e dall’Iraq. Si tratta di “finti profughi” dotati di “falsi” passaporti siriani (in realtà documenti autentici rubati dagli uffici che li rilasciano) che “varcano i confini” Ue spacciandosi per profughi.
“L’Isis sta sfruttando l’ondata dei migranti in arrivo per infiltrare i suoi jihadisti, con passaporti falsi in modo che possano muoversi come normali viaggiatori”.
A dare man forte alla parole di James Clapper anche il numero uno degli 007 della difesa americana, Vincent Steward:
“L’Isis nel 2016 tenterà di attaccare non solo di nuovo l’Europa, ma anche gli Stati Uniti direttamente sul suolo nazionale”.
Clapper ha stimato che gli estremisti violenti appartenenti al sedicente Stato Islamico sono attivi in circa 40 paesi e che attualmente esistono rifugi più sicuri per i terroristi rispetto al passato. Una situazione abbastanza preoccupante che si aggiunge alla tensione crescente tra Turchia e Russia.
Il governo di Ankara infatti proprio nelle ultime ore ha puntato il dito contro quello di Mosca sollecitando un intervento della comunità internazionale per fermare i raid russi che stanno bombardando civili.
“La Russia sta continuando a bombardare senza pietà obiettivi civili che non hanno nulla a che fare con il terrorismo. Il 90% degli oltre 6mila raid hanno preso di mira i civili e l’opposizione moderata e solo il 10% l’Isis”.
Il premier turco Davutoglu sottolinea inoltre che Turchia e Germania sono – a suo dire – “ i Paesi che portano il peso più grande della crisi dei rifugiati siriani e non possono farsi carico da sole”. In ogni caso la Turchia non chiuderà la porta in faccia ai rifugiati ma l’accesso verrà controllato.
Risponde alla Turchia l’agenzia Onu per i rifugiati (UNHCR) che vede il rischio per 300mila persone di rimanere intrappolate in terra siriana se e come tale chiede ad Ankara “di aprire la sua frontiera a tuti i civili in Siria che fuggono da pericoli e necessitano di protezione internazionale, come ha fatto finora”.