Piazza Affari ha chiuso in ribasso una seduta fiacca e povera di temi portanti. Gli indici hanno seguito le indicazioni che in mattinata arrivavano dai futures americani e poi l’andamento scostante dei mercati USA.
Il mercato si è avvitato su se stesso, preda della spirale dei profit warning che si sono succeduti nel corso degli ultimi giorni, non ultimo quello di questa mattina, giovedì, lanciato dalla tedesca Basf, che opera nel campo petrolchimico. Anche da Intel sono giunti segnali poco confortanti, con l’amministratore delegato Craig Barret che non è stato in grado di fare previsioni per la fine dell’anno. Gli analisti stimano un calo del 50% del fatturato.
Interesse anche sulla riunione del board della Banca Centrale Europea a Dublino. Il mercato ha scontato, ma senza scossoni, la delusione di un nulla di fatto sui tassi di interesse nella zona Euro. La situazione sul fronte dei prezzi al consumo infatti è tale da non suggerire alcun taglio, e di questo gli operatori soffrono.
Qualche speranza invece è stata alimentata sul fronte americano dal presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, il quale ieri ha dichiarato che i costi del lavoro piu’ alti non stanno accelerando l’inflazione. Questo lascia sperare in un’ulteriore mossa aggressiva in materia di tassi di interesse al prossimo incontro del FOMC (Federal Open Market Committee), in agenda per la settimana prossima (26-27 giugno).
Nel pomeriggio Wall Street è stata in parte sostenuta dai dati economici confortanti, che hanno evidenziato un sorprendente calo nelle richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione e un declino nel deficit della bilancia commerciale.
“Il mercato è dominato dalla componente ribassista dovuta all’interpretazione negativa e a volte isterica di qualsiasi dato venga diffuso” commenta a Wall Street Italia un trader che preferisce rimanere anonimo.
“La Borsa ha perso obiettività – aggiunge l’operatore – come avvenne nel 2000. Solo che allora tutto andava su indistintamente, mentre ora i mercati vanno all’inverso e non si vede la fine”.
La situazione è aggravata dalla crisi del settore telecom in tutto il mondo e nella specificità italiana dall’aggravante di una situazione debitoria della galassia Colaninno che non lascia spazi di manovra” – dice l’operatore.
L’indice Mibtel si è fermato a -0,65% a 25.641 punti, il Mib30 a -0,79% a 36.247, il Midex a -0,83% a 29.625, il Numtel ha segnato -0,43% a 2.989.
Sul fronte del mercato azionario, la zavorra principale della giornata è venuta dai telefonici, che prima hanno tentato un recupero, poi si sono afflosciati, portando giù tutto il Mib30.
Il livello di Olivetti (-2,42% a €1,895) è in prossimità degli €1,8 che, secondo le voci raccolte sul mercato, farebbe scattare le richieste di rientro dei crediti concessi dalle banche agli azionisti.
“E’ una situazione strana – commenta il trader della Sim italiana – e sembra che tutti i poteri forti si stiano coalizzando per sottrarre la società a Colaninno e rimetterla in mano ai soliti ignoti”.
In calo anche TIM (-2,05% a €5,830) e Telecom Italia (-2,4% a €9,630). Il mercato si interroga sulla possibilità che riesca a giungere entro la fine dell’anno a quota €12,5, soglia minima per la realizzazione della conversione delle azioni di risparmio e del rientro del debito della holding Olivetti.
(Vedi anche Piazza Affari; tlc italiane peggiori d’Europa).
Nella galassia di Roberto Colaninno ha recuperato Seat Pagine Gialle (+2% a €1,221). Secondo un operatore di mercato il titolo si è ripreso dopo la perdita della vigilia, avvenuta anche alla luce della difficile operazione sulla svedese Eniro.
Bene gli editoriali con L’Espresso in rialzo dell’1,27% a €4,320; Eptasim ritiene che il titolo possa salire fino a €4,8; in verde anche Mediaset (+1,59% a €10,03).
Ancora in perdita STMicroelectronics (-1,94% a €35,85) sulla scia degli ultimi profit warning a livello internazionale (Vedi Piazza Affari: STM, il suo destino è segnato). Ha sofferto anche la controllante Finmeccanica.
Sempre sul fronte industriale ricoperture per Pirelli (+1,18% a €3,34) che nei giorni scorsi aveva perso quota a causa delle incertezze del settore delle fibre ottiche.
Debole Edison (-0,88% a €10,340) che resta nel mirino della francese Edf che intenderebbe così sbrigliarsi dalla rete in cui si è trovata in Montedison (-2,05% a €2,720) dopo il decreto del governo italiana che impone di far valere, per il voto in Consiglio di amministrazione, un peso limitato al 2%.
Tra i peggiori delle Blue Chips proprio Montedison, cui è stato richiesto un risarcimento da 71.000 miliardi di lire. Ad avanzare la richiesta è lo Stato italiano che accusa di strage colposa l’azienda, per le vicende legate al petrolchimico di Porto Marghera.
Nel comparto energetico è in ribasso ENI (-0,62% a €14,69) nonostante sia in vista una maxi commessa da $1 miliardo in Iran per sviluppare il campo petrolifero di Darkhovin. Secondo il Wall Street Journal Europe questa sarebbe solo la prima operazione da parte delle compagnie petrolifere europee per verificare la risposta dell’amministrazione Bush per investire in Iran.
Buoni volumi anche oggi per Bipop Carire (-1,21% a €4,670) che dopo una buona partenza ha preso la via del ribasso. Il titolo è sempre al centro dell’attenzione per le voci di un interessamento di Allianz attraverso Ras (+2,74% a €14,2). Ma proprio oggi l’amministratore delegato del ‘leone di Trieste’ Mario Greco ha ribadito che “non stiamo trattando con nessuno”. (Vedi Piazza Affari: Bipop Carire e l’affare Azimut).
Sul Nuovo Mercato Tiscali (-1,44% a €11,53) ha tenuto a lungo il listino sulla parità, grazie al buon debutto sul Noveau Marché francese. (SULL’ARGOMENTO VEDI ANCHE:
Piazza Affari: Tiscali sostiene il Numtel)