ROMA (WSI) – Un piccolo imprenditore pugliese di 42 anni, cui Wall Street Italia aveva dato spazio perché potesse raccontare la sua storia – una battaglia già persa in partenza contro uno dei Golia della finanza internazionale, Unicredit – non si dà per vinto. Roberto Cossu ha inviato una lettera a tutti i parlamentari italiani per poter accendere una nuova luce sul suo caso.
Il socio unico della Imper Imm. Srl sostiene di essere stato vittima di un accanimento ingiustificato da parte della banca, che lo ha denunciato di estorsione e diffamazione dopo essere stata a sua volta denunciata per tassi usurai dall’imprenditore. Cossu chiede ai deputati che venga istituita una commissione d’inchiesta per fornire delle spiegazioni.
“On. Deputato,
qualche giorno fa l’edizione on line del Wall Street Italia ha pubblicato una missiva con la quale il dott. Roberto Cossu di Taranto ha voluto rendere nota la sua particolare vicenda, ovvero essersi trovato da parte offesa in un procedimento per usura ed estorsione contro Unicredit ad indagato per tentata estorsione e diffamazione aggravata attesa una denuncia presentata dalla stessa Unicredit; rimandiamo all’articolo per i particolari della storia).
L’Osservatorio Cibernetico – associazione (non-profit) creata per essere un presidio a difesa della piccola e media impresa italiana – ha seguìto e supportato il dott. Cossu nella vicenda. E’ evidente che questa storia induce ad alcune riflessioni.
Alla base l’annosa questione dell’usura bancaria che, lungi dall’aver trovato nella legge n. 108/1996 una soluzione, ancora oggi costituisce un grave vulnus per il complessivo sistema bancario italiano.
E’ paradossale che un soggetto professionale, quale Unicredit è, non riesca a controllare la misura dei tassi applicati; è incomprensibile che Unicredit non verifichi la corretta applicazione di norme così importanti quali quelle sull’usura.
Nel caso specifico, è incomprensibile la ragione per cui innanzi alla denuncia di un proprio cliente e alla sua iniziativa critica, il maggior istituto di credito italiano o, quanto meno, il più internazionale istituto di credito italiano (Unicredit, appunto) risponda con un ritardo sospetto depositando una querela, ipotizzando la commissione dei reati di tentata estorsione e diffamazione aggravata.
Incomprensibile perchè – così come ha perfettamente chiarito il G.I.P. di bari, dott. Abbattista, con la propria decisione del 20 novembre 2015 (che allego) – l’iniziativa del Cossu è pienamente legittima, al contrario essendo infondata l’accusa di estorsione e pretestuosa quella di diffamazione. In questo e a corollario di un merito che pone Cossu dalla parte delle legge, è emersa la superficialità di Unicredit la quale, nel depositare la propria denuncia contro il Cossu, aveva dotato i propri dipendenti di una procura invalida.
In altri termini, non ha spiegazione apparente il comportamento di Unicredit che, davanti alla denuncia di un suo cliente, risponde con tutta la sua forza per “controdenunciare” lo stesso cliente con deleghe invalide ed ipotizzando che il cliente, piccolo imprenditore, voglia estorcerle qualcosa.
Ed allora la questione va approfondita con la forza e con gli strumenti che solo i parlamentari possono attivare; perché Unicredit è sì un soggetto privato, ma opera in ragione di un’autorizzazione pubblica; svolge attività di raccolta e gestione del pubblico risparmio tutelato dall’art. 47 della Costituzione.
Ragion per cui l’Osservatorio Cibernetico è a chiedere alle Signorie Vostre un’iniziativa parlamentare con gli strumenti che saranno del caso individuati nell’interrogazione e/o nell’interpellanza parlamentare sino alla istituzione di una commissione d’inchiesta e volta ad approfondire e spiegare:
- a) per quali ragioni Unicredit si è indebitamente accanita nei confronti del dott. Cossu, dichiarando cose false, fino ad usare deleghe invalide;
- b) quali metodi usa Unicredit nel gestire le vicende di usura che la colpiscono;
- c) quali sistemi di controllo Unicredit appronta per evitare di applicare i tassi usurari e dell’opportunità che Unicredit;
- d) per quali ragioni una banca condannata numerose volte per l’applicazione di tassi usurari, quale è Unicredit, continui ad essere titolare di un’autorizzazione pubblica all’esercizio dell’attività bancaria.
Restiamo a Vostra disposizione per ogni chiarimento.
Saluti distinti.”
Ringraziamo l’ osservatorio Cibernetico e attendiamo fiduciosi,
Roberto Cossu
(In fondo alla missiva, che resta senza risposta, compaiono i tag ‪‪#‎usuraunicredit‬ ‪#‎usura‬ ‪
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