GAM: “la Cina vive una crisi di fiducia”
MILANO (WSI) – Il rallentamento della Cina? È tutta una crisi di fiducia legata ai dubbi sulle recenti decisioni politiche in merito al provvedimento sui circuiti breaker e alla politica governativa sulla valuta. Questa l’opinione di Michela Lai, direttore investimenti per l’Asia di GAM
“I mercati cinesi hanno avuto un inizio d’anno debole (…) Noi crediamo che ci sita stata un crisi di fiducia a causa dei dubbi legati alle recenti decisioni politiche riguardo a due tematiche. In primo luogo, il timing poco appropriato dell’introduzione dei circuiti breaker. Il provvedimento, nato con l’obiettivo di ridurre la volatilità, ne ha, al contrario, generato un livello più alto dato che i volumi del mercato sono dominati dagli investitori retail che rappresentano circa l’80% del volume complessivo. La regola deicircuiti breaker è stata rapidamente abbandonata lo scorso 8 gennaio quando i policy makers si sono resi conti che il provvedimento contribuiva ad un incremento della volatilità. E riteniamo si tratti di un intervento positivo per permettere al mercato di ricercare il suo vero equilibrio naturale.
In secondo luogo, la rinnovata debolezza del renminbi a partire da dicembre in seguito al cambiamento inaspettato durante lo scorso mese di agosto della politica governativa sulla valuta, che ha contribuito ad incrementare il livello di preoccupazione in merito al fatto che la Cina stesse facendo ricorso alla svalutazione per far accelerare la sua economia, incrementando di conseguenza le pressioni svalutative globali della Banca Centrale del Giappone e della Bce. Gli Stati Uniti hanno appena iniziato il loro percorso di revisione al rialzo dei tassi d’interesse e quindi la loro policy, diversa da tutte le altre aree geografiche a livello mondiale, porta con sé il rafforzamento del biglietto verde e i deflussi di capitali dagli Emergenti. E quindi è inevitabile assistere a qualche forma di debolezza da parte della valuta cinese.
(…) Rimaniamo costruttivi sull’economia, nel senso che la trasformazione verso un’economia basata sui servizi si sta concretizzando proprio sotto i nostri occhi. Vero è che si tratta di un’economia a due velocità visto che le aree ancora interessate dalla vecchia economia restano sfidanti con situazioni di eccesso di capacità produttiva e di rallentamento della domanda strutturale”.
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