MILANO (WSI) – Borsa Milano chiude in rosso dopo una brutta virata in negativo sul finale delle banche. Contrastato il resto dell’azionario europeo con il Dax di Francoforte che per esempio ha fatto segnare un progresso di più di mezzo punto percentuale. Il Ftse Mib cede l’1,53% a 17.112,53 punti al termine di un’altra seduta volatile. Eurostoxx 50 -0,14%.
A Piazza Affari ha pesato l’avvio poco tonico di Wall Street. L’indebolimento dei finanziari è stato repentino con Mps (-10% circa) che è finita in poco tempo in asta di volatilità dopo aver fatto segnare un ultimo prezzo valido di 0,517 euro.
Sotto i riflettori ancora il titolo Ferrari, che metta la quinta sulla scia della notizia secondo cui il finanziere George Soros avrebbe puntato sul titolo acquistando 850.000 azioni di Ferrari, ovvero una quota dello 0,45% del capitale. Dopo il rally del +10% della giornata di ieri, le quotazioni della casa di Maranello continuano a correre. Ben comprate anche Saipem, sulla scia del rally del petrolio, STM, Buzzi, A2A e Telecom Italia.
Si interrompe giĂ la rimonta del petrolio
Si è interrotto il rialzo delle quotazioni del petrolio, tornato sotto pressione sull’onda del dato sulle scorte di petrolio negli Usa. Prima della battuta d’arresto, a New York i prezzi stavano salendo da due giorni e avevano riconquistano anche la soglia dei $31 dollari mentre a Londra si erano avvicinati ai $35 al barile.
L’Iran si è detto d’accordo sulla decisione degli altri paesi Opec a congelare e anche tagliare la produzione, ribadendo comunque la sua intenzione di continuare ad alzare l’offerta, al fine di riportarla agli stessi livelli a cui si trovava prima dell’imposizione delle sanzioni. Oro sotto pressione, scende sotto $1.210 l’oncia.
Azionario asiatico per lo più positivo, nonostante le notizie poco confortanti che sono arrivate dal fronte macro: in Giappone, il ministero delle Finanze ha reso noto che nel mese di gennaio le esportazioni sono crollate -12,9% su base annua, peggiore delle attese degli analisti, a fronte di un collasso delle importazioni -18%.
In Cina, l’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo è salita a gennaio all’1,8% su base annua, meno delle attese, mentre il trend misurato dall’indice dei prezzi alla produzione è sceso nuovamente, riportando una flessione a gennaio -5,3%. L’azionario ha resististo alle notizie e, a parte la parentesi negativa della Borsa di Shanghai, ha assistito ai rialzi della Borsa di Tokyo +2,28%, Hong Kong +2% circa e Sidney +2,25%.
Sullo sfondo rimane l’incertezza degli operatori dopo i messaggi confusi che sono arrivati dalla Fed, con la pubblicazione delle minute relative alla riunione del 26-27 gennaio.
Sul mercato dei cambi, l’euro è fiacco sul dollaro attorno a $1,11. Rapporto dollaro/yen in lieve calo sotto la soglia di JPY 114.
(Immagine: Investing.com)
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