NEW YORK (WSI) – Bill Gates a fianco dell’FBI nella disputa con la Apple in merito al veto posto dalla società fondata da Steve Jobs sullo sblocco dell’iPhone di Syed Rizwan Far, uno degli autori della strage di San Bernandino, in California, in cui il 2 dicembre morirono 14 persone.
Se l’attuale ceo di Apple, Tim Cook nega lo sblocco in quanto a suo dire potrebbe crearsi un precedente pericoloso che potrebbe minacciare la sicurezza di tutti gli utenti iOS nel mondo, sostiene invece che le società hi tech devono fare la loro parte nella lotta al terrorismo, il numero uno di Microsoft.
“Si tratta di un caso specifico, in cui il governo chiede di avere accesso a informazioni. Non stanno facendo una richiesta generale, questa riguarda un caso specifico”.
Così ha detto Gates – nel corso di un’intervista al Financial Times – secondo cui la richiesta che l’Fbi ha fatto al colosso di Cupertino non è certamente una richiesta diversa da quella rivolta ad una società telefonica o ad una banca. Tim Cook ha potuto contare sull’appoggio dei principali esponenti del mondo tecnologico, dal fondatore di Facebook Mark Zuckerberg a quello di Twitter Jack Dorsey, fino all’amministratore delegato di Google Sundar Pichai tutti a favore dell’idea che da tutelare è senza dubbio la privacy. Ma ora le dichiarazione di Bill Gates rompono un tabù.
Intanto nelle ultime ore un sondaggio condotto dal Pew Reserche Center, un think tank Usa non profit, rende noto che il 51% dei cittadini statunitensi è dalla parte dell’Fbi e come tale ritiene che l’Apple dovrebbe assolutamente sbloccare il telefono del terrorista in modo tale che si possano sviluppare le indagini, mentre a favore di Tim Cook si schiera il 38% degli americani. Tra quelli che detengono un iPhone non sono d’accordo con l’Apple circa il 47% mentre il 43% lo è.