NEW YORK (WSI) – Gli Stati Uniti potrebbero veramente trovarsi con un outsider come presidente, sia che esso sia un socialista, Bernie Sanders, che ha esportato in politica il movimento Occupy Wall Street, o un ricco miliardario di estrema destra, Donald Trump.
Quest’ultimo ha fatto un ulteriore passo verso la vittoria alle primarie repubblicane dopo il successo con ampio margine ottenuto nel caucus del Nevada, dove è riuscito a superare la soglia del 40% dei voti e conquistare così la terza vittoria di fila.
La vittoria assume una valenza ancora maggiore se si pensa che – come avevano anche evidenziato i suoi rivali nella corsa alla leadership del partito conservatore – prima d’ora Trump non era mai riuscito ad andare sopra il 35%. Marco Rubio e Ted Cruz si contendono il terzo posto.
“I prossimi due mesi saranno fantastici. E forse non serviranno nemmeno, perché vinceremo la nomination prima (…) Continuano a ripetere che se solo i nostri avversari si unissero, e scegliessero una sola alternativa, io sarei sconfitto. Ma non tengono conto della realtà, e non vedono come ogni volta che qualcuno si ritira, chi guadagna voti sono io”.
Il magnate americano si aggiudica la terza vittoria consecutiva nella corsa per la nomination Gop alle presidenziali in vista del “super martedì”, in calendario il primo marzo, giorno in cui andranno al voto oltre dieci stati, fra cui quelli popolosi di Georgia, Texas e Virginia.
Solo nello stato ricco di petrolio del Texas, il senatore locale Cruz appare in vantaggio nei sondaggi. Se Trump riuscisse a fare incetta di delegati nelle altre circoscrizioni, la nomination sarebbe de facto sua.