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La folle politica estera Usa in Siria

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NEW YORK (WSI) – Gli Stati Uniti ci hanno abituato a decisioni discutibili in politica estera ma questa le batte probabilmente tutte: una guerra per procura contro se stessi in Siria.

La Casa Bianca si è resa protagonista di scelte politiche e interventi militari fuori dai propri confini poco lungimiranti se analizzati con il senno di poi, come dimostra palesemente la Guerra in Iraq, un paese nelle cui prigioni è nata l’idea principale dietro alla creazione dell’ISIS, gruppo eversivo di matrice jihadista molto violento e senza scrupoli, diventata l’organizzazione terroristica più temuta dal mondo occidentale.

Nella guerra in Siria, dove l’ISIS non è il solo nemico di Washington, la politica estera americana sta mostrando enormi contraddizioni. Secondo quanto riferisce BuzzFeed in un articolo che porta la firma del corrispondente in Medioriente Mike Giglio, l’amministrazione Obama sarebbe impegnata in un “guerra per procura contro se stessa“.

In pratica, infatti, i ribelli finanziati dalla CIA in Siria starebbero combattendo contro i ribelli curdi finanziati dal Pentagono. Una pura follia, che non è ammissibile nell’ottica di una più ampia politica estera lucida, cui ambisce una potenza internazionale e militare come Washington.

Il battaglione Furqat Sultan Murad ricevebbe armi dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, nell’ambito di un programma segreto in Siria, supervisionato dalla CIA, che aiuta e finanzia i gruppi ribelli che lottano per rovesciare il governo del presidente siriano Bashar al-Assad. Regime appoggiato invece militarmente da Russia, Iran e il gruppo libanese sciita di Hezbollah.

Ad ammettere l’esistenza di una contraddizione prova di una politica Usa insensata è stato lo stesso comandante del battaglione degli insorti, Ahmed Othman: “È molto strano e non riesco a spiegarmelo“.

La confusione regna anche sul campo di battaglia in Siria: la settimana scorsa, ad esempio, le milizie curde appoggiate ufficialmente dagli Stati Uniti hanno attaccato il battaglione di Othman ad Aleppo.

Da parte loro i militanti curdi in Siria, osteggiati dalla Turchia, ricevono armi e sostegno da parte del Pentagono, nell’ambito del piano degli Stati Uniti per combattere l’ISIS nel paese e fermarne l’avanzata.

Fonte: BuzzFeed