MILANO (WSI) – A Milano e in Europa prevale il segno più, con il listino Ftse MIB che estende i forti guadagni della vigilia mettendo a segno un rialzo superiore a +2%. L’indice di Piazza Affari chiude la seduta con un rialzo +2,2%, a 17.483,76 punti.
Tuttavia i trader reputano che i buy abbiano piuttosto le fattezze di un rimbalzo prevalentemente tecnico, favorito da prezzi di Borsa ormai diventati vantaggiosi ma non giustificato necessariamente dai fondamentali.
Sono giunte una serie di notizie incoraggianti per chi investe nell’azionario. La Cina ha aperto la strada a nuove manovre di stimolo economico, l’economia degli Stati Uniti è cresciuta più del previsto nel quarto trimestre e l’area euro si appresta a entrare in uno dei più lunghi periodi di inflazione zero o negativa della sua storia, il che aumenta le possibilità che la Bce intervenga ancora con manovre espansive straordinarie.
Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib, sotto pressione MPS con -0,68%, mentre è forte il balzo di ENI, che sale fin oltre +5%; acquisti anche su FCA, quasi +6%, mentre Tenaris balza oltre +9%. Saipem +4,35%, Unicredit +0,89%, Unipol +6,42%. Tra le altre banche, Banco Popolare +2,78%, BPM +4,81%.
Nonostante la maxi perdita relativa all’esercizio del 2015, pari a ben 8,82 miliardi di euro, i broker guardano positivamente a Eni, che ha confermato un dividendo per azione di 0,8 euro per l’esercizio 2015.  La francese Societè Generale reitera il giudizio “buy” con target price a 15 euro, sulla scia di un quarto trimestre che viene considerato solido da un punto di vista operativo e per la cassa. Sul fronte operativo i numeri sono stati ben superiori alle stime di consensus, con un Ebit che ha battuto le attese del 71%. Goldman Sachs conferma il rating “buy”, con un prezzo obiettivo a 15,5 euro, sottolineando che il quarto trimestre si è rivelato solido.
A livello europeo, malgrado i rialzi delle ultime due sedute, l’indice di riferimento del continente Eurofirst 300 è ancora in calo del 3% a febbraio e di più del -10% da inizio anno.
Il tonfo delle materie prime, la frenata dei mercati emergenti, la paura che il Regno Unito abbandoni l’Unione Europea (scenario di Brexit che potrebbe materializzarsi con il referendum del 23 giugno) e la crisi del settore bancario europeo sono i principali fattori che da fine novembre assillano le menti degli operatori, mantenendo alla larga i rialzisti.
Gli operatori di Borsa di tutto il mondo nutrono maggiori speranze circa una stabilizzazione dei prezzi del petrolio, dopo che è emerso che i grandi paesi produttori, membri e non membri del cartello dell’Opec, si incontreranno di nuovo per trovare un modo per fermare la caduta delle quotazioni dell’oro nero. I contratti sul Wti oscillano attorno a 34 dollari al barile, mentre quelli sul Brent si avvicinano a $37 al barile, con un balzo quasi +4%.
Sui mercati valutari, euro sotto pressione, cede -0,78% nei confronti del dollaro a seguito della pubblicazione del Pil Usa, che è stato rivisto al rialzo facendo decisamente meglio delle attese (+1% nel quarto trimestre del 2015). Dollaro/yen in progresso +0,73% verso JPY 114.
Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund a 10 anni chiude in calo -3,43% a 132,84 punti base, con i tassi sui BTP decennali -2% circa all’1,48% e i tassi sui Bund in forte crescita, oltre +12% allo 0,15%.
Sul versante macro occhi puntati sui dati sull’inflazione ma anche sulla fiducia dei consumatori dell’area euro, che è stata deludente. Visti i cali dei prezzi al consumo in Germania, Francia e Spagna, gli analisti temono che le prossime cifre sull’area euro nel suo complesso, che verranno pubblicate la settimana prossima, mostreranno un ritorno della deflazione. Questo dovrebbe mettere ulteriori pressioni su Mario Draghi, che ha già detto che il 10 marzo la BCE non esiterà ad agire, ovvero potenziare il piano di Quantitative Easing e abbassare di un altro -0,1% tassi di deposito già negativi (-0,3%).
In Asia intanto va in scena il G20. A Shanghai si vedranno oggi i ministri delle Finanze dei paesi piĂą potenti al mondo.
Sui mercati finanziari della regione, seduta interlocutoria per Sidney, mentre la Borsa di Tokyo ha archiviato la giornata in modesto rialzo. L’indice Nikkei ha terminato con un rialzo dello 0,30% a 16.188,41 punti.
La Cina, che ha capito che la svalutazione competitiva dello yuan e i prestiti facili presso le banche non sono più la sola soluzione per la sua economia, si prepara per il lancio di un’altra tornata di misure straordinarie volte a rilanciare la crescita in frenata e rassicurare i mercati finanziari. Lo ha annunciato Zhou Xiaochuan, numero uno della banca centrale cinese.