Sergio Cragnotti ha deciso di lasciare la Lazio. Il presidente della società di calcio romana quotata in Borsa ha annunciato che metterà in vendita la sua parte di azioni detenuta attraverso Cirio: si tratta di un pacchetto pari al 50,002% delle azioni che, in base all’attuale valore di Borsa, vale poco più di 240 miliardi di lire (circa €114 milioni).
Oggi il titolo quota €2,7 (+0,52) rispetto a un prezzo di collocamento a €3,047.
Per il controllo del club, il primo a debuttare a Piazza Affari il 6 maggio 1998, si parla di una cordata formata da Salvatore Ligresti e Rupert Murdoch. Il primo era già stato contattato nei mesi scorsi per la cessione di un pacchetto pari a circa il 10% (poi rivisto al 4%); il magnate australiano proprietario di News Corporation è invece interessato alla società soprattutto per i diritti televisivi, un settore strategico dove si giocherà uno pesante scontro. Le società dovranno vendere i propri diritti televisivi in chiaro e in criptato, e dopo la fusione tra Tele+ e Stream (sancita ieri con l’accordo tra Vivendi e News Corporation e la nascita di Tele+ News Corporation) e il ritorno al monopolio per la gestione dei diritti, le società dovranno accontentarsi di molti meno soldi. E non è escluso che ci possano essere dei colpi di scena.
La situazione societaria della Lazio, l’anno successivo alla vittoria nel campionato, non era proprio rosea: nel periodo 1 luglio 2000 – 31 marzo 2001 la società aveva dichiarato una perdita lorda di 93 miliardi di lire, con ricavi in flessione a 188,6 miliardi di lire dai 194,9 miliardi dell’esercizio precedente. Cragnotti aveva promesso “una prospettiva di chiusura in attivo” e le mosse di mercato, come ad esempio la cessione di Veron al Manchester – anticipata da Wall Street Italia (Vedi sezione RUMORS che trovate sul menu in cima alla pagina) erano andate proprio in questa direzione.
Ma la vendita di Veron era subordinata all’esito del processo per i falsi passaporti, e quindi Cragnotti si era mosso sul mercato per vendere un’altra pedina importante della squadra, il giocatore ceco Pavel Nedved. Risolto il caso Veron, assolto dalle accuse e quindi non sottoposto a squalifica, la Lazio aveva tolto dal mercato il giocatore ceco, ma secondo fonti vicine al giocatore, Nedved si era sentito “tradito” dalla società e si era accordato con la Juventus.
I tifosi laziali non l’hanno presa bene, anche perché è sfumata la possibilità di portare a Roma il talentuoso giocatore brasiliano del Barcellona Rivaldo.
E Cragnotti ha deciso di lasciare.
La Juventus pensa alla Borsa
Per quanto riguarda la società torinese, questa ha dato incarico a Deutsche Bank di studiare l’operazione di quotazione. Si parla di una capitalizzazione iniziale superiore a €800 milioni, un valore quasi triplo rispetto a Lazio e Roma, quotate per €267 milioni la prima e €228 milioni la seconda.
Secondo l’advisor tedesco, bisogna considerare l’enorme bacino di utenti (circa il 40% dei tifosi italiani da considerare per merchandising e immagini televisive) e gli investimenti che la società bianconera (controllata Ifil al 99,8%) ha intenzione di effettuare in breve tempo. Si parla ad esempio della costruzione di uno stadio, di un centro sportivo e di un’area commerciale, destinati ad aumentare il valore patrimoniale. La Juventus è anche l’unico club italiano ad aver distribuito dividendi negli ultimi due anni (un paio di miliardi a esercizio).