L’acredine dei leader politici dell’ex Partito comunista italiano nei confronti dell’astro nascente, Silvio Berlusconi è stata fotografata in alcune carte che la diplomazia statunitense stava redigendo nel 1994, per informare l’allora presidente Bill Clinton. Lo scrive oggi “Il Giornale”, entrato in possesso di questo documento firmato dall’ambasciatore Reginald Bartholomew.
E’ il 4 maggio 1994 quando Bartholomew invia a Washington un documento profetico, chiamato «Profilo del primo ministro incaricato Silvio Berlusconi». Il 4 maggio il governo deve ancora insediarsi, il Cavaliere entrerà a Palazzo Chigi solo il 10 maggio, ma il film è già scritto
Bartholomew, per la verità, non disponeva di conoscenze di prima mano sulle intenzioni del Pds, allora capitanato da Achille Occhetto. Scriveva l’ambasciatore:
Berlusconi ha riferito, e i contatti giornalistici giurano sia vero, che gli uomini del Pds (e D’ Alema in particolare) hanno apertamente fatto sapere che se venissero eletti distruggerebbero economicamente Berlusconi. È stato riferito che D’Alema avrebbe detto (e non l’ha mai smentito) che il suo grande desiderio era quello di vedere Berlusconi elemosinare nel parco. È stato anche riferito che altri esponenti Pds avrebbero detto che lo stesso Berlusconi farebbe bene a lasciare l’ Italia in caso di loro vittoria perché l’avrebbero distrutto.
Fra le forze ostili al leader di Forza Italia non c’erano solo i postcomunisti: anche il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, era stato individuato da Bartholomew come un tenace nemico di Berlusconi. A rivelarglielo era stato il presidente emerito, Francesco Cossiga:
Cossiga ha detto di ritenere che Scalfaro farebbe qualunque cosa pur di evitare un ritorno di Berlusconi al governo
Secondo la ricostruzione de “Il Giornale” i documenti dell’ambasciatore rivelano profeticamente quanto sarebbe accaduto non molto tempo dopo l’insediamento di Berlusconi a Palazzo Chigi, quando un invito a comparire recapitato dal Pool di Mani Pulite venne annunciato da uno scoop del Corriere della Sera. Fu l’inizio di una crisi che avrebbe allontanato gli alleati della Lega Nord e condotto alla caduta dell’esecutivo presieduto dal Cavaliere.