Economia

Repubblica-Stampa: in Italia si espande l’editoria pro-Renzi

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ROMA (WSI) – E’ ufficiale: in Italia nasce il nuovo polo dell’editoria Repubblica-Stampa, attraverso un accordo tra la Cir di Bendetti e FCA. La casa automobilistica guidata da Sergio Marchionne ha firmato un memorandum d’intesa che prevede la fusione di Itedi – che controlla La Stampa e il Secolo XIX, con il Gruppo Editoriale L’Espresso.

In una nota si legge che:

“la fusione darà vita al leader italiano nel settore dei quotidiani e periodici, con un forte potenziale a livello di ricavi e di efficienze. Sulla base del range di valutazione preliminare stabilito tra le parti, a seguito della fusione Fca deterrà il 16% circa del capitale sociale del nuovo gruppo, mentre il socio di minoranza di Fca nel settore dell’editoria, Ital Press Holding (controllata dalla famiglia Perrone), ne deterrà il 5% circa”.

Addio FCA a RCS, schiaffo al Corriere della Sera

Prima delle operazioni previste per il nuovo polo Itedi-Espresso Fca distribuirà ai propri azionisti l’intera partecipazione del 16,734% detenuta in Rcs Mediagroup, gruppo editoriale a cui appartiene il quotidiano Corriere della Sera. Nella nota di FCA si legge:

“Coerentemente con la decisione di concentrarsi nelle attività automobilistiche” e “prima di procedere” le operazioni di fusione e distribuzione previste per dar vita al polo Itedi-Espresso, la società “distribuirà ai propri soci l’intera partecipazione detenuta in Rcs MediaGroup”. Con questa operazione “giunge a compimento il ruolo svolto, prima da Fiat e poi da Fca, per senso di responsabilità nel corso di oltre quarant’anni, che ha permesso di salvare il gruppo editoriale in tre diverse occasioni, assicurando le risorse finanziarie necessarie a garantirne l’indipendenza e quindi a preservarne l’autorevolezza”. Ora, “in seguito al rinnovo del proprio consiglio di amministrazione Rcs Mediagroup dispone di una leadership chiara e di un piano industriale che stabilisce gli obiettivi al 2018, la cui realizzazione è già iniziata con buone evidenze sull’andamento dell’anno in corso”.

A sua volta anche Exor uscirà da RCS. In un comunicato di Exor si legge che dopo che Fca avrà distribuito tra i propri soci la partecipazione del 16,7% circa detenuta in Rcs, Exor a sua volta cederà con criteri di mercato la propria parte ricevuta pro-quota. Exor è il primo socio di Fca, di cui detiene oltre il 30%. L’altro azionista di maggior rilievo della casa automobilistica è Baillie Gifford con il 5,3% circa%. Tra i numerosissimi azionisti di Fca, quotata sia a Wall Street che a Milano, figura (dai file della Sec) anche la Banca d’Italia. Tutti riceveranno azioni Rcs.

Nella nota di Exor si legge:

“Nel contesto dell’annuncio della fusione Itedi-Gruppo Editoriale l’Espresso, Exor comunica altresì l`intenzione di dismettere la partecipazione in Rcs Mediagroup che riceverà da Fca al perfezionamento della relativa operazione di distribuzione già comunicata al mercato”. La cessione avverrà “in linea con le prassi di mercato per operazioni similari, nei tempi e modi opportuni e secondo le norme vigenti e si concluderà entro il primo trimestre del 2017, momento in cui è previsto il perfezionamento della fusione di Itedi con il gruppo Editoriale l’Espresso”.

Il Corriere della Sera, di RCS Group, viene di fatto abbandonato da FCA. A questo punto, il maggiore azionista di tipo “industriale” di Rcs sarà Diego Della Valle (7,3%), seguito da Schroders (conun 5%), che fa parte del conglomerato del fondo Vanguard (2,3% circa).

La stessa Mediobanca sembra intenzionata a continuare a uscire da RCS. Al momento ha una partecipazione del 6,2%. E sembra non essere interessata ormai più di tanto a RCS anche Intesa Sanpaolo, che ha circa il 4,2% di Rcs. Gli altri azionisti di rilievo della holding che edita il Corriere della Sera sono Urbano Cairo (4,6%), Finsoe (4,6%), China National Chemical Corporation (4,4%), eredi Rotelli (2,7%).

I commenti sulla nuova era dell’editoria italiana

Ital Press Holding, controllata dalla famiglia Perrone e socio di Itedi con una quota del 23% (Itedi si fonderà appunto con il Gruppo Editoriale L’Espresso) in una nota ha confermato la sua partecipazione al progetto per creare il nuovo polo editoriale “con l’obiettivo di dare vita ad una realtà leader, in Italia e in Europa, nel settore dell’informazione quotidiana e digitale”. A seguito della fusione tra La Stampa e Il Secolo XIX,  Ital Press Holding, dunque la famiglia Perrone, deterrà il 5% circa del capitale sociale del nuovo gruppo. Così Carlo Perrone, vicepresidente di Itedi:

“Il settore dell’editoria, in Italia e nel mondo è protagonista di profondi mutamenti generati, in primis, dall’evoluzione tecnologica e digitale. E’ dunque necessaria, oggi più che mai, la capacità di rinnovarsi costantemente per offrire sempre la migliore informazione ai propri lettori”. Di fatto, “il successo dell’operazione di fusione tra La Stampa e Il Secolo XIX ha dimostrato come l’integrazione editoriale sia la strada giusta da percorrere per affrontare al meglio le sfide di un mercato complesso ed in continua mutazione. Per questo motivo sono particolarmente lieto, attraverso Ital Press Holding, di partecipare con un impegno di lungo termine alla nascita del nuovo gruppo che, sono sicuro, sarà in grado di garantire quotidianamente un’informazione indipendente e di qualità”.

Così commenta l’operazione che siglerà la nascita del primo gruppo editoriale italiano Carlo De Benedetti, presidente del Gruppo L’Espresso:

“L’accordo segna una svolta importante per il Gruppo Espresso che avvia oggi un nuovo percorso di sviluppo, garanzia di un solido futuro in un mercato difficile. La missione di questa casa è sempre stata l’editoria, al servizio di una crescita civile del Paese. Con questa operazione l’impegno viene riconfermato e accresciuto”.

Con l’accordo, il Gruppo editoriale l’Espresso, che pubblica il quotidiano La Repubblica, e la Itedi, gruppo editoriale de La Stampa e de Il Secolo XIX, daranno vita a un polo che controllerà il 20% circa del mercato italiano della carta stampata, con una posizione di leadership sul mercato digitale.

Secondo i termini della fusione, il Gruppo L’espresso incorporerà Itedi in una fusione che, sulla base dei dati di bilancio del 2015, porterà il nuovo polo a riportare un fatturato di  750 milioni di euro con la più alta redditività del settore, senza alcun debito. L’unione tra i quotidiani e i periodici dei due gruppi oggi contare nel suo insieme su circa 5,8 milioni di lettori e oltre 2,5 milioni di utenti unici giornalieri sui loro siti d’informazione.

Il nuovo polo sarà guidato da Monica Mondardini, al momento amministratore delegato di Cir e Gruppo Espresso.

La fusione tra Itedi e il gruppo L’Espresso avverrà sulla base di un concambio che sarà stabilito puntualmente negli accordi definitivi, subordinatamente alla due diligence e ad altre condizioni.

Alla fine dell’operazione, stando a quanto si legge nel gruppo guidato da Rodolfo De Benedetti, Cir rimarrà azionista di controllo, con una quota di circa il 43% del Gruppo Editoriale L’Espresso.

Exor deterrà una quota di circa il 5% della società che nascerà dalla fusione, a valle della distribuzione della partecipazione da parte di Fca – avente a oggetto le rispettive partecipazioni. La società risultante dalla fusione resterà quotata alla Borsa Italiana.

Così  Rodolfo De Benedetti, presidente di Cir.

“Al perfezionamento dell’accordo odierno Cir resterà l’azionista di controllo di un gruppo più grande, più forte, con una redditività significativa e sempre più autorevole dal punto di vista della governance, dei contenuti e delle testate di proprietà. Tutto ciò è stato reso possibile grazie ai solidi risultati ottenuti in questi anni dal Gruppo Espresso, che oggi ha la credibilità per essere protagonista del consolidamento del settore (…)Cir ha accettato di rinunciare alla maggioranza assoluta del capitale per favorire una operazione che fa crescere il Gruppo Espresso e può creare valore nell’interesse di tutti gli azionisti. Siamo molto contenti dell’intesa con azionisti prestigiosi che conoscono il settore: con loro avviamo un lungo percorso nel quale condivideremo nuove idee e nuovi progetti per affrontare le sfide del settore. Nonostante le strutturali difficoltà dell`editoria, soprattutto in Italia, ho fiducia nelle prospettive del gruppo”.

Mentre in una lettera ai dipendenti Itedi, la società che possiede La Stampa e Il Secolo XIX, e che sarà fusa nel gruppo controllato da Cir, John Elkann, presidente di Exor, scrive:

 “Il rispetto dei valori di integrità e indipendenza che ha guidato fino ad oggi le nostre testate resterà immutato, perché sono gli stessi principi che la Famiglia De Benedetti segue da ormai quasi 40 anni nel sostenere e sviluppare il Gruppo Espresso. Sul piano personale, sono particolarmente felice di unire i nostri destini editoriali ad una testata come La Repubblica, il giornale che il mio prozio Carlo Caracciolo contribuì a fondare, forte dell’esperienza che aveva maturato come editore de L’Espresso: il mio impegno nel nuovo gruppo sarà il modo più bello per onorare e proseguire ciò che egli iniziò con passione e entusiasmo nel 1976”.

Il memorandum è vincolante per le parti e, subordinatamente al verificarsi delle condizioni del memorandum, prevede che esse sottoscrivano accordi definitivi relativi all’operazione entro il 30 giugno 2016.

Nella nota si legge che il perfezionamento della fusione è previsto nel primo trimestre del 2017, subordinatamente all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle competenti autorità e al verificarsi delle condizioni sospensive tipiche per operazioni di tale tipologia (quali a esempio il completamento delle attività di due diligence e l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni societarie).

A seguito del perfezionamento della fusione e nei tempi tecnici necessari, Fca distribuirà l’intera partecipazione detenuta nel nuovo gruppo ai possessori delle proprie azioni ordinarie.

FCA stessa spiega che l’operazione

“è finalizzata alla creazione del primo gruppo editoriale italiano operante nel settore dell’informazione e, coerentemente con la decisione di concentrare le proprie attività nel settore automobilistico, di distribuire ai propri soci tutte le partecipazioni detenute nel settore editoriale”.

Valanga di critiche: Il Tempo: Repubblica-Stampa, monopolio renziano

La notizia non è stata presa bene dagli altri quotidiani italiani. Così scrive Il Tempo : “Un altro terremoto nell’editoria. Dopo la nascita di «Mondazzoli» con l’acquisizione da parte della Mondadori della sezione di libri del suo competiror RCS, ieri è partita un’altra rivoluzione di uguale importanza, destinata a cambiare profondamente il mercato dell’editoria”.

Il Giornale: Senza i soldi della Fiat gli Agnelli finiscono alla corte De Benedetti: “Alla fine l’ha spuntata Sergio Marchionne: Fca si libera delle quote nel Corriere della Sera e nella Stampa, e ritorna alle origini, cioè a occuparsi solo di automobili. L’ad del Lingotto ha ora le mani libere per portare a termine il piano del gruppo, senza dover correre il rischio di ricorrere al portafoglio per cause editoriali che non lo hanno mai entusiasmato (l’incubo di un ennesimo aumento di capitale) e di andare incontro a problemi d’immagine negli Usa dove il mix tra giornali, per di più il più importante quotidiano italiano, e auto non è gradito.

Intervistato da Il Tempo, Paolo Guzzanti , ex giornalista di Repubblica e La Stampa, afferma:

“Il rischio concreto? Che si accentui la tendenza già in atto: quella del pensiero unico renziano. L’opposizione in Italia ormai la fa solo Crozza…”.