NEW YORK (WSI) – La Cina? È come se fosse un paziente alle prese con un trapianto di cuore. È questo il parere di Ray Dalio, numero uno e fondatore del fondo Bridgewater Associates, intervistato dalla televisione di Bloomberg.
“Nel lungo periodo le cose probabilmente andranno bene.. ma si tratta di qualcosa che ti indebolirà e di qualcosa che dovrà essere eseguito in modo accurato.. ce la farai, e starai meglio di prima. Penso che sia questa la situazione (in Cina)”.
E, aggiunge Dalio, “non sarà possibile avere ancora tutti quei debiti“. Sono i debiti infatti il male assoluto della Cina, insieme all’eccesso di capacità che ha travolto quei settori che avevano sostenuto l’economia cinese. In un momento di transizione quasi epica da un’economia alimentata dagli investimenti a una sostenuta dai consumi, diverse società di diversi settori dovranno essere sottoposte a processi dolorosi di ristrutturazione.
Dalio ritiene comunque che l’epilogo non sarà negativo, ed è anche dell’idea che sulla Cina ci siano stati momenti di panico non sempre giustificati. Certo, il governo non ha gestito bene il crollo dell’azionario, ma “chi ha interpretato questo come un disastro, ha frainteso”.
Detto questo, la preoccupazione di Dalio si focalizza soprattutto sulle condizioni in cui versa la bilancia dei pagamenti della Cina, colpita da una fuga di capitali che sta affossando lo yuan e colpendo le riserve valutarie, ormai al minimo in anni, pari a $3 trilioni.
“La questione della bilancia dei pagamenti sarà un problema. Questi cicli si manifestano ovunque..e riguardo ai soldi che stanno lasciando il paese, la Cina può controllare quei flussi, in quanto molti di essi riguardano società controllate dallo stato”.
Un barlume di speranza arriva dalla decisione di Pechino di aprire il suo mercato dei bond agli investitori internazionali, fattore che potrà portare alle sue imprese maggiori finanziamenti. “Sebbene ci sia questo problema della bilancia dei pagamenti, la Cina ha gli strumenti e le capacità su livelli che sono tra i migliori del mondo”.