ROMA (WS) – Dalla Germania continuano ad arrivare rimproveri e critiche contro la Bce e le misure straordinarie di politica monetaria accomodante che sono state inaugurate finora, quali il Quantitative Easing e i tassi negativi. Ma è la Germania stessa, motore dell’economia dell’Eurozona, che sta guardando la propria economia perdere progressivamente colpi.
Anche oggi sono arrivate nuove notizie negative dal fronte macro del paese, prima economia dell’Europa.
Nel mese di gennaio gli ordinativi alle fabbriche sono scesi per il secondo mese consecutivo, sulla scia del rallentamento dell’economia globale e della debolezza dei prezzi, dunque della minaccia della deflazione che continua a imcombere sull’Eurozona.
Il dato sugli ordini – effettuati gli aggiustamenti stagionali e di inflazione – è sceso -0,1% su base mensile, dopo -0,2% del mese precedente. L’indicatore, tipicamente volatile, è stato comunque migliore delle attese -0,3% degli analisti di Bloomberg.
Non c’è niente tuttavia di cui esultare, dal momento che parte della flessione dell’indicatore è avvenuta a causa del calo degli ordini domestici, dunque dal fronte economico interno, pari a -1,6%.
Sul fronte delle esportazioni, le vendite ad altri membri dell’Eurozono sono salite +7,75%, mentre quelle verso i paesi non dell’Eurozona sono scese, trascinate al ribasso dalla crisi dei mercati emergenti. Il risultato è stato che gli ordini totali delle esportazioni sono cresciuti di appena +1%.
Mario Draghi annuncerà molto probabilmente nuove misure di politica monetaria espansiva giovedì, 10 marzo, nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi.
Sebbene la Germania stia beneficiando di un tasso di disoccupazione ai minimi record, la fiducia delle aziende è stata fortemente intaccata dalla volatilità dei mercati e dalle preoccupazioni sulla possibilità che la ripresa economica dell’Eurozona allenti ulteriormente il passo.
Le banche europee, Deutsche Bank in testa, hanno lanciato l’allarme sulle conseguenze negative sulla loro redditività da un contesto caratterizzato da tassi sotto lo zero. Ma è difficile che Draghi deluda i mercati, che hanno tra l’altro aspettative molto alte sulle nuove misure che dovrebbero essere annunciate.