VICENZA (WSI) – “E’ stata un’assemblea lunga e faticosa, ma il risultato raggiunto rappresenta un passaggio storico per questa banca”. Così ha commentato Stefano Dolcetta, presidente della banca Popolare di Vicenza al termine dell’assemblea durata sei ore che ha decretato la trasformazione della popolare in una spa, insieme all’aumento di capitale pari a miliardi e mezzo e la quotazione in Borsa.
A favore sono stati 9034 soci su 11353 presenti, circa l’87,51% dei votanti contro il 12,28% mentre lo 0,6% si è astenuto. Una trasformazione necessaria – secondo Dolcetta – dopo la lettera della Bce che aveva parlato di “gravi e irreparabili conseguenze” se non veniva votata la trasformazione in spa. “Non ci sono alternative all’aumento di capitale e alle altre mosse” ha rincarato la dose l’ad Francesco Iorio secondo quanto riporta Repubblica.
“Votare no significherebbe davvero regalare la banca e avremmo un valore di realizzo pari a zero, che potrebbe non limitarsi al solo valore delle azioni”.
Ma l’assemblea non è stata certamente una passeggiata. Fischi e critiche hanno accompagnato la seduta soprattutto nei confronti dell’ex patron Gianni Zonin, dimessosi a novembre e che ovviamente non si è fatto vedere all’assemblea così come la maggior parte dei consiglieri della vecchia guardia.
Rabbia e frustazione dei risparmiatori emerge con prepotenza. ““Zonin deve andare in carcere” – tuonano i risparmiatori secondo quanto riferisce La Stampa. Andiamo a prendere i loro soldi”, urla un socio – come riporta il Corriere della Sera – “ci hanno rubato tutti i risparmi che avevamo in famiglia” dice il pensionato Lino Lorenzato.
“I colpevoli vanno puniti ma dobbiamo fare le cose per bene, con calma e in collaborazione con la magistratura”.
Così l’amministratore delegato Francesco Iorio, il quale ha affermato di collaborare attualmente con le diverse procure che sono state interessate.
Nel frattempo il Codacons si è rivolto alla Consob chiedendo di vietare l’operazione di quotazione della Banca Popolare di Vicenza.