I fondi obbligazionari stanno tenendo sempre più cash, più che raddoppiato nei portafogli di BlackRock, Invesco e Franklin Templeton rispetto a cinque anni fa. Il Global fund di Franklin Templeton e lo Strategic Income Opportunity fund di BlackRock, in particolare, detengono in cash almeno il 18,5% dei loro asset, secondo Morningstar.
In Europa il Sécurité fund di Carmignac e l’Euro Corporate Bond di Invesco, invece, hanno più che quadruplicato tale quota dall’inizio del 2011.
A influenzare i fondi potrebbe essere stata anche l’esperienza di Third Avenue, che a dicembre è stata costretta a chiudere il fondo high-yield da 800 milioni di dollari in quanto incapace di liquidare senza svendere i propri bond e fare fronte alle richieste dei clienti.
Ma, soprattutto, la propensione ad aumentare la quantità di cash va di pari passo con la diminuzione della liquidità degli asset a reddito fisso: più un asset è liquido più è facile scambiarlo ad un prezzo adeguato in tempi brevi.
L’aumento della regolamentazione sul mercato dei bond, infatti, ne ha reso più difficile la dismissione rapida: un problema, per quei fondi che promettono la possibilità di restituire il capitale al cliente in ogni momento.
Non è solo una difesa, però, quella offerta dal cash. Secondo Brian Reid, capo economista presso Ici Global “i fondi tengono cash anche per le opportunità di acquisto”. Invesco, infatti, aveva dichiarato che i livelli più elevati di liquidità riflettevano i ritorni relativamente bassi disponibili sul mercato a reddito fisso. Per quanto riguarda BlackRock, il fondo Income Opportunities mantiene cash proprio per afferrare prontamente potenziali opportunità d’investimento, fa sapere un portavoce. In ogni caso le autorità, che avevano sollevato questioni sul possibile impatto di una “liquidity crunch” non possono che accogliere con favore la prudenza con cui i fondi hanno costruito un cuscino di cash pronto a rispondere alle evenienze.
Fonte: Financial Times