Balzo petrolio, Brent torna a $40 per la prima volta da dicembre
ROMA (WSI) – Per la prima volta dagli inizi di dicembre, le quotazioni del petrolio Brent tornano a $40 al barile. Gli analisti citano le speranze degli investitori sulla continua ripresa della Cina e gli ultimi dati sulle scorte di barili in Usa.
Un report di Genscape ha riportato infatti un aumento delle scorte inferiore alle previsioni a Cushing, Oklahoma, il più importante hub degli Stati Uniti. Da parte sua Pechino ha tagliato le stime sul PIL per il 2016, formulate in precedenza, che indicavano una crescita a un tasso +7% circa. Ora Pechino prevede una crescita compresa tra il 6,5% e il 7% per quest’anno. Si tratta comunque di un tasso di crescita che allontanerebbe lo spettro dell’hard landing della Cina, anche se permangono molti dubbi sulla solidità del paese.
Aiutano anche le informazioni fornite dalla Commissione dei futures sulle materie prime, ovvero la US Commodity Futures Trading Commission che rende noto che gli speculatori al ribasso hanno ridotto le loro posizioni short sul contratto WTI di ben il 15% nella settimana terminata lo scorso 1° marzo.
Alle 16.50 ora italiana, il contratto sul WTI segna un rialzo +2,78% a $36,92 al barile, mentre il Brent fa +2,84%, a $39,82.
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A settembre, il fatturato dell’industria italiana ha subito una flessione sia in termini congiunturali che tendenziali, segnando il quinto calo consecutivo. I dati mostrano una diminuzione dello 0,3% in valore e dello 0,1% in volume rispetto al mese precedente, mentre su base annua il calo è del 5,7% in valore e del 4,7% in volume.
Le borse di Hong Kong e Shanghai terminano il mese di novembre con risultati contrastanti. Nonostante le incertezze economiche, l’indice Hang Seng vede una crescita costante nel 2023, mentre Shanghai registra un leggero aumento mensile.
Il Prodotto Interno Lordo (PIL) della Svizzera ha registrato una crescita dello 0,2% nel terzo trimestre, un rallentamento rispetto al trimestre precedente. Il Ministero dell’Economia ha confermato i dati precedenti, indicando che il calo è dovuto a una diminuzione dei consumi delle famiglie e degli investimenti nelle costruzioni, oltre a un rallentamento nel settore chimico-farmaceutico.
Il MoU si propone di effettuare attività di ricerca e sviluppo nelle aree geografiche di comune interesse, inclusi alcuni Paesi coinvolti dal Piano Mattei