E’ inarrestabile la corsa degli indici, che beneficiano dell’ottimismo instillato da incoraggianti utili societari, mentre il Nasdaq, tornato sopra quota 2.000 punti, si fa sostenere da Yahoo! (YHOO – Nasdaq).
Sugli indici non influiscono i dati negativi sui sussidi di disoccupazione sui prezzi alle importazioni.
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Nella giornata di ieri le societa’ che hanno annunciato gli utili sono state 18, a cui se ne aggiungono altre 22 che hanno riportato i dati trimestrali prima dell’apertura odierna dei mercati.
Di queste 40, 25 hanno battuto le stime degli analisti (62,5%), mentre solo 4 (10%) ha registrato un risultato inferiore alle attese. Le altre hanno avuto risultati in linea con le previsioni.
Yahoo! per il secondo trimestre ha riportato un utile pro-forma, che esclude gli oneri straordinari, di 1 centesimo per azione, pari a $8,7 milioni.
I risultati pro-forma hanno superato le stime di Wall Street (consensus First Call/Thomson Financial), che si attendeva utili in pareggio (break-even).
Il gruppo ha aggiunto di aver registrato un fatturato di $182,2 milioni, in declino rispetto ai $273 milioni dell’anno precedente, ma superiore rispetto ai $175 milioni attesi dal mercato (consensus First Call/Thomson Financial).
La societa’ californiana ha infine dichiarato di mantenere i propri obiettivi di bilancio per l’intero esercizio 2001.
Positiva anche la trimestrale di Motorola (MOT – Nyse), che mercoledi’, a mercati chiusi, ha pubblicato una perdita pro-forma di 11 centesimi per azione, o $232 milioni, superando lievemente le stime di Wall Street (consensus First Call/Thomson Financial).
Il fatturato del gruppo e’ sceso del 19% a $7,52 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
L’amministratore delegato della societa’, Christopher Galvin, ha affermato di “vedere gia’ segni di recupero”.
Tuttavia il secondo produttore di telefoni cellulari al mondo, ha comunicato di prevedere un’altra perdita per il terzo trimestre dell’anno e utili contenuti per gli ultimi tre mesi del 2001, anche se e’ previsto un aumento delle vendite del 5% per entrambi i periodi.
Microsoft (MSFT – Nasdaq) ha iniettato fiducia dichiarando di prevedere per il quarto trimestre un fatturato superiore alle attese.
“L’annuncio di Microsoft e’ quello che gli investitori stavano cercando”, ha dichiarato Brian Slater di Condor Capital Management.
“Se Microsoft continua ad andare bene, potrebbe far credere che Intel (NTC – Nasdaq) e i produttori di PC inizieranno a vedere un miglioramento”.
“In generale c’e’ ottimismo sul fatto che il peggio sia alle nostre spalle”, ha commentato Holly Becker, analista di Lehman Brothers.
“La pressione comincia ad allentarsi dopo le trimestrali di Motorola e Yahoo!”, ha dichiarato Thomas Wend della societa’ finanziaria tedesca BB Investment, aggiungendo di credere che i profit warning stiano per finire”.
“Il fatto che Motorola e Microsoft abbiano parlato di risultati superiori alle attese e’ ovviamente un sollievo per il mercato – e’ il commento di Ian Vanstratum, hedge fund manager di Saphi Asset Management – potremmo vedere l’inizio di un rally a partire da ora”, ha concluso Vanstratum.
Sempre sul fronte degli utili, il colosso industriale General Electric ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con un utile netto di $3,9 miliardi, pari a 39 centesimi per azione, in crescita del 15% sull’anno e in linea con le aspettative di mercato.
La societa’ aveva registrato nel secondo trimestre del 2000 un utile di $3,38 miliardi, o 34 centesimi per azione, mentre per il trimestre appena concluso gli analisti di Wall Street si attendevano un utile proprio di 39 centesimi per azione (consensus First Call/Thomson Financial).
General Electric (GE – Nyse), biasimando il continuo indebolimento dell’economia, ha poi fatto sapere che il fatturato ha segnato nel secondo trimestre una flessione del 2,7% portandosi a $32 miliardi. Nello stesso periodo dello scorso anno le vendite si erano attestate a $32,9 miliardi.
GE ha inoltre comunicato che gli utili per azione dovrebbero registrare un aumento del 14% per l’intero anno.
Dow Jones & Co. (DJ – Nyse) ha registrato nel secondo trimestre dell’anno utili operativi superiori alle attese, ma ha fatto sapere che i risultati del terzo trimestre saranno in calo qualora “le condizioni economiche si manterranno deboli”.
Il gruppo editoriale che pubblica il quotidiano finanziario americano Wall Street Journal ha chiuso il trimestre aprile-giugno con un utile netto di $43,24 milioni, o $0,50 per azione, contro i $100,56 milioni, o $1,13 per azione. L’utile operativo, che esclude gli oneri straordinari, e’ stato invece di $45,5 milioni, o 52 centesimi per azione.
Gli utili operativi sono superiori alle previsioni degli analisti di Wall Street che si attendevano un utile operativo di 51 centesimi per azione (consensus First Call/Thomson Financial).
Il fatturato e’ stato di 484,13 milioni, contro i $ 593,16 milioni del secondo trimestre dello scorso anno e i $503,4 milioni previsti dal mercato (consensus First Call/Thomson Financial).
“I risultati riflettono il continuo indebolimento economico e il trend di ribasso che il settore pubblicitario sta attraversando”, ha commentato Peter Kann, presidente e amministratore delegato di Dow Jones.
La societa’ ha quindi sottolineato che, se le condizioni negative continuassero, l’utile per azione sara’ contenuto tra 20 e 30 centesimi, contro i 50 centesimi precedentemente attesi.
Non sembrano avere molto peso sul mercato i sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, saliti di 42.000 unita’ nella settimana terminata il 7 luglio scorso; lo ha reso noto questa mattina il dipartimento del lavoro USA.
Il dato settimanale raggiunge cosi’ quota 445.000, il livello piu’ alto degli utili nove anni.
Le attese erano di un calo di 9.000 unita’.
I prezzi alle importazioni negli Stati Uniti hanno registrato un calo dello 0,5% nel mese di giugno.
I prezzi alle esportazioni sono invece calati dello 0,3%, il ribasso piu’ forte negli ultimi due anni.
In maggio il dato sui prezzi alle importazioni era salito dello 0,3%, il primo rialzo dal settembre 2000.
In giugno la flessione dei prezzi alle importazioni sembra aver colpito tutti i settori. I prezzi dei prodotti petroliferi sono calati dell’1,3%, segnando il declino maggiore nei passati tre mesi, mentre i prezzi dei prodotti non petroliferi sono scesi dello 0,4%.