ROMA (WSI) – La strada che porta al rimborso dei risparmiatori truffati dalle quattro banche regionali salvate dal governo con le nuove norme europee di bail-in sembra ancora molto lunga: i due provvedimenti governativi volti a regolare il meccanismo del fondo di solidarietà (un provvedimento interministeriale con le regole sugli indennizzi e un Dpcm per fissare gli arbitrati ) fino a ieri non avevano raggiunto il Consiglio di Stato per il parere preventivo necessario a tali atti amministrativi. Due sono le questioni di primaria importanza da definire le modalità attraverso le quali i risparmiatori truffati potranno riavere indietro i propri soldi.
- Innanzitutto definire le qualifiche che dovranno avere gli arbitri chiamati a identificare chi è stato effettivamente truffato da chi ha agito in piena consapevolezza.
- Ancor più importante, poi, è l’individuazione dei criteri attraverso i quali si possa dire “non adeguata” l’informazione fornita dalle banche in merito alle obbligazioni subordinate.
Si tratta di due fattori che, al proprio interno, contengono un certo grado di discrezionalità tale da spostare, in un senso o nell’altro, la severità o la generosità che avrà tale fondo nel riconoscere gli indennizzi alle persone danneggiate.
“Non capisco per quale ragione il Decreto non venga ancora emanato”, ha dichiarato Enrico Zanetti, viceministro all’Economia, “bisogna accelerare, perché solo verificando come sono andati i fatti si può accertare la verità e restituire fiducia ai cittadini”.
Secondo Il Messaggero il fondo di indennizzi per i risparmiatori truffati dal piano di bail-in – che prevede la partecipazione al salvataggio degli istituti dei creditori e dei correntisti con più di 100 mila euro di conto in banca – salirà fino a 180 milioni di euro.
Piena discrezionalità agli arbitri
“Il governo, soprattutto in vista della tornata elettorale amministrativa di primavera, è consapevole che ogni decisione provocherà scontento, in un clima già particolarmente caldo per banche e risparmiatori, reso incandescente anche dal caso mutui. Per questa ragione una delle ipotesi che si sta facendo strada, nella scrittura dei parametri necessari per essere indennizzati, sarebbe addirittura quella di lasciare tutto alla discrezionalità degli arbitri e quindi all’esame caso per caso“.
La scelta, secondo il quotidiano romano, “amplierebbe la platea dei potenziali beneficiari” tra gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche regionali fallite. La conseguenza sarebber “che i 100 milioni fatti confluire nel Fondo di solidarietà (a fronte di un danno complessivo di 339 ) potrebbero non essere sufficienti”.
Non è un caso dunque se “ieri Scelta Civica (partito del quale Zanetti è leader) ha presentato un emendamento al Decreto banche in Commissione finanze alla Camera nel quale si apre alla possibilità di allargare la dotazione del Fondo. Anche attraverso la distribuzione di un eventuale extra-gettito derivante dalla vendita dei crediti deteriorati delle 4 banche”.
Secondo una valutazione preliminare del ministero del Tesoro, scrive Michele Di Branco, “servirebbero non meno di 180 milioni per distribuire rimborsi adeguati a chi, dopo aver presentato domanda, vedrà accolta la sua richiesta”.
Fonte: Il Messaggero