MILANO (WSI) – Dopo il voto in Germania che ha decretato la sconfitta della cancelliera Angela Merkel e l’ascesa del partito anti-euro e anti-immigrati dell’AfD, l’Europa si risveglia con la consapevolezza della crisi in cui versano i partiti tradizionali, in un contesto caratterizzato dalla crisi nella gestione dei profughi, ma anche con il timore di nuovi attentati terroristici, dopo l’ennesima strage che ha colpito la Turchia. Il tutto mentre svanisce l’entusiasmo per il nuovo arsenale di armi ultra accomodanti sparato dalla Bce, che ha scatenato una reazione selvaggia sui mercati.
Dopo un avvio positivo, l’indice Ftse Mib ha rallentato il passo e poi chiuso in ribasso di circa mezzo punto percentuale. Banche miste, con Mps che vola di quasi +9, ma Unicredit e Intesa SanPaolo in rosso del 2-3%. In controtendenza anche altre popolari, con Bper e BPM che ha un certo punto hanno fatto segnare progressi di anche il +4% circa. Il listino delle blue chip ha dovuto fare i conti con il calo del -4% del petrolio e con i ribassi pesanti di alcuni singoli nomi, tra cui A2A, Saipem e Italcementi.
È ancora effetto Bce sui mercati, con diversi analisti che affermano come il potenziamento del bazooka monetario da parte di Mario Draghi abbia alimentato la propensione verso gli asset più rischiosi. Non tutti la vedono tuttavia allo stesso modo. In particolare Chris Weston, responsabile strategist dei mercati presso IG afferma:
“L’impressione è che la maggiore propensione ad acquistare gli asset rischiosi durerà ancora un po’, ma sui mercati si nota anche un bel po’ di scetticismo, e ci sono diverse posizioni long che stanno aspettando di diventare short o incrementare l’allocazione in cash, nel caso in cui i corsi azionari dovessero mostrare anche la minima intenzione di fare dietrofront”.
L’attenzione degli operatori rimane sulle banche centrali, con la Bank of Japan che ha iniziato oggi la sua riunione di politica monetaria di due giorni e la Fed che annuncerà la decisione sui tassi più avanti in settimana.
Sul valutario, l’euro perde terreno ma si mantiene sopra $1,11. Dollaro/yen in calo, sotto JPY 114. L’indice Bloomberg Dollar Spot Index, che monitora la performance della valuta Usa contro le 10 principali valute a livello mondiale, segna un lieve recupero dopo essere scivolato la scorsa settimana al minimo da ottobre. Male la lira turca, dopo l’esplosione di un’autobomba ad Ankara.
Sul fronte delle materie prime, i prezzi del petrolio iniziano la settimana in ribasso, con il contratto WTI che rimane comunque sopra la soglia di $38 e il Brent che ha bucato quota $40. Oro in rialzo, vale circa 1.254 dollari l’oncia.
Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund in lieve rialzo, attorno a 104 punti base, con i tassi sui BTP decennali che cedono oltre -2% all’1,29% e i tassi sui Bund tedeschi che scivolano -14% circa, allo 0,24%.
In Asia la Borsa di Tokyo ha visto l’indice Nikkei 225 balzare +1,74%. Molto bene anche Shanghai con un guadagno +1,8%, dopo che il responsabile della Commissione di Borsa ha confermato che lo Stato continuerà a sostenere l’azionario.
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