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Telecom nomina nuovo AD. Dopo, fusione Mediaset?

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ROMA (WSI) – Conclusasi l’era di Marco Patuano – che ha dato l’addio a Telecom Italia con una buonuscita da 6 milioni di euro – si cerca ora un nuovo amministratore delegato. In pole, tra i candidati  a sedersi sulla poltrona di AD, c’è Flavio Cattaneo.

Ma alcune indiscrezioni fanno il nome di Félicité Herzog, membro del cda di Telecom e molto vicina a Vincent Bollorè, patron di Vivendi, colosso francese che ormai ha in pugno il destino di Telecom.

Il comitato nomine che deciderà il nome del numero uno di Telecom è composto da Arnaud de Puyfontaine, Stephan Roussel, Luca Marzotto, Denise Kingsmile, Davide Benello.

Altre voci di mercato segnalano che Patuano sarebbe prossimo invece a diventare il numero uno di Stm, l’azienda produttrice di semiconduttori.

Il favorito a diventare AD di Telecom sembra rimanere Flavio Cattaneo che, secondo La Repubblica, in queste ore starebbe trattando il disimpegno da Ntv, di cui è amministratore delegato e azionista, per diventare il numero uno della società telefonica, presso cui è già amministratore indipendente. Di conseguenza, spiega il quotidiano, nel prendere le deleghe Cattaneo perderebbe i requisiti di neutralità e il cda di Telecom si ridurrebbe da 17 a 16 membri, di cui 7 privi del requisito di indipendenza.

La commissione nomine di Telecom si riunirà oggi per un primo esame della lista dei possibili candidati. Secondo una fonte di Reuters, la società nominerà il successore di Patuano entro la fine di marzo. Un’altra fonte finanziaria ha precisato:

“L’idea è di muoversi velocemente, per favorire anche la transizione; se non ci sarà una decisione prima di Pasqua, ci sarà poco dopo”.

Fa riflettere intanto un articolo che è stato pubblicato su Il Manifesto, che porta la firma di Vincenzo Vita, sottosegretario del Ministero delle Comunicazioni dal 1996 al 2001, nel governo Prodi che ha mantenuto l’incarico anche nel primo e nel secondo governo D’Alema e in quello Amato. Vita parla dei legami tra Silvio Berlusconi e Vincent Bollorè e vede sempre più probabile una fusione tra Telecom Italia e Mediaset.

Nell’articolo Vita fa notare che il:

“tentativo in corso di siglare un’intesa societaria con Mediaset Premium per la pay tv sembra un cavallo di Troia per agganciare la casa madre del biscione, cui in cambio verrebbe garantito un dolce atterraggio nell’universo delle telecomunicazioni; dove già la preziosa costola tecnologica di Cologno monzese Ei Towers ha messo un piede, prima con l’Opa su RayWay e ora con l’offerta su Inwit di Telecom. Insomma, Bolloré riuscirebbe a conseguire tre risultati in un solo colpo: cambiare la strategia dell’ex monopolista (Telecom) riaprendo il fronte dei media, aprire lo scontro sui contenuti on demand con Netflix e i nuovi potenti della rete, realizzare un bel matrimonio se non d’amore almeno di convenienza con l’ex cavaliere. L’attrazione fatale d’Oltralpe ha varcato la soglia di palazzo Chigi, magari sotto il titolo dello sviluppo della banda larga. Il presidente del Consiglio parrebbe aver dato la sua benedizione, ovviamente con la solita premessa che è il mercato a decidere. Frase rivelatasi ogni volta di pessimo auspicio”.

Di conseguenza, nel suo articolo “La rotta di Bolloré” Vita presenta uno scenario girato dal regista francese Bolloré che alla fine riesce a consegnare un gran bel pezzo di Italia – Mediaset e Telecom – alla Francia. Con l’approvazione di Renzi.