Schroders: difficile Bce centri target inflazione, deve fare di più
Le recenti mosse di politica monetaria della Banca centrale europea hanno “rafforzato il sostegno già presente ai mercati degli asset rischiosi”, ma in merito agli effetti concreti sull’economia, non è affatto scontato che venga raggiunti gli obiettivi annunciati. E’ questa l’opinione di Gareth Isaac, gestore per la divisione a reddito fisso di Shroders.
“Ci sono pochi dubbi che gli ultimi passi fatti dal presidente della Bce, Mario Draghi, siano positivi per i mercati finanziari”, afferma Isaac, in particolare il piano di acquisti (che include le obbligazioni corporate investment grade) tende a indirizzare gli investitori verso attività più remunerative, visto che “la Bce sta indirizzando al ribasso il costo del rischio, in modo più diretto”.
“A nostro avviso, la probabilità che la Bce raggiunga il target dell’inflazione vicina al 2%, anche su un orizzonte quinquennale, è bassa”, aggiunge Isaac. Infatti, la crescita economica non sembra sostenere una ripresa significativa dei prezzi, data l’elevata discrepanza tra il Pil e il Pil potenziale (il cosiddetto output gap). “La crescita economica, attualmente stimata attorno all’1,4% nel 2016, è insufficiente per colmare velocemente l’output gap” prosegue Isaac, “La Bce, a nostro avviso, dovrà fare di più”.
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