NEW YORK (WSI) – Con la Bce che si appresta ad ampliare il suo programma di acquisto di obbligazioni dell’area euro a partire dal mese di aprile, il mercato farebbe bene a prepararsi a un altro choc.
L’offerta di titoli di Stato e societari in Europa non riesce a tenere il passo con la domanda. Dal primo aprile la Bce inizierà a comprare 20 miliardi di euro di titoli in più al mese, che si andranno ad aggiungere ai 60 miliardi già previsti dal piano di allentamento monetario straordinario che va sotto il nome di Quantitative Easing.
Il debito societario non verrà incluso nel programma subito all’inizio del nuovo trimestre, ma gli investitori devono fare già i conti con una domanda per i titoli di Stato e aziendali in crescita, che dovrebbe spingere i tassi ancora più in basso, secondo le previsioni dei principali broker e banche d’Europa.
I rendimenti dei bond governativi dell’area periferica, quella meno virtuosa dell’Eurozona, sono ai minimi di sempre e gli Spread tra Btp e Bund sono su livelli storicamente molto bassi, nonostante i rendimenti quasi negativi dei titoli tedeschi di riferimento.
Tassi bond societari ai minimi di sempre
Sono passati ormai quasi quattro anni dalla famosa frase del presidente della Bce, con cui Mario Draghi ha promesso che avrebbe fatto qualunque cosa per salvare l’euro. L’annuncio ha contribuito a un calo del costo del denaro dei paesi più indebitati e meno virtuosi del blocco a 19. Il potenziamento del bazooka monetario comunicato nella riunione del 10 marzo scorso sta avendo un effetto simile sulle società emittenti di bond in paesi come Italia, Spagna, Irlanda e Portogallo.
L’indice misurato da Bank of America Merrilly Lynch dei tassi dei bond aziendali non finanziari, che verranno acquistati dalla Bce nel secondo trimestre, ha raggiunto il suo minimo di sempre martedì scorso, attestandosi allo 0,76%. Società quotate come Finmeccanica, la compagnia aerea irlandese Ryanair e l’impresa di telecomunicazioni spagnola Telefonica hanno registrato i rendimenti più bassi della loro storia.
I tassi dei bond collocati da grandi gruppi industriali italiani, come il colosso della Difesa, hanno vissuto un voltafaccia incredibile. I titoli emessi da Finmeccanica con scadenza 2022 sono passati dall’11,04% di novembre 2011, all’apice della crisi del debito europea, al 2,16% di martedì.
La Bce deve ancora comprare bond societari, ma è bastato l’annuncio di Draghi per ottenere l’effetto desiderato. Il minimo record precedente era dello 0,78% ed era stato toccato nella primavera di un anno fa, appena prima che il credito europeo finisse preda di una pioggia di vendite.
Bce farà di nuovo fuoco
Per quanto riguarda i titoli di Stato, la banca Societe Generale prevede che il rendimento dei Bund scivolerà più in basso del minimo di 0,049% registrato nell’aprile del 2015, scendendo fino al valore negativo di -0,05% entro la fine del secondo trimestre. La mediana delle stime emersa da un sondaggio di Bloomberg lo dà allo 0,04%.
Il tonfo dei tassi dei bond governativi non si limita ai paesi virtuosi come la Germania, il che spiega il livello depresso dei differenziali con i paesi periferici. Il Btp decennale, per esempio, è calato ai minimi di 12 mesi dell’1,2% ieri, mentre il cinque anni spagnolo ha testato il minimo assoluto dello 0,309%.
Il problema per Draghi e soci è che malgrado i programmi monetari ultra espansivi l’obiettivo del 2% dell’inflazione è lontano anni luce. I prezzi al consumo dovrebbero calare per il secondo mese di fila a marzo, secondo le previsioni degli economisti interpellati da Bloomberg. Il tasso non è sui livelli desiderati da ormai tre anni.
La Bce è convinta che l’universo di titoli da comprare sia “adeguato”. Ma anche quando il piano di acquisti di bond prenderà il via, alcuni operatori di mercato sono scettici sulla capacità dell’istituto centrale di comprare una quantità di titoli sufficiente ad alleviare le pressioni sui titoli governativi.
Mentre la domanda sale, in particolare da parte delle banche centrali, l’offerta scarseggia. Secondo i calcoli degli analisti di BNP Paribas, si tratterà di una discrepanza pari a 123 miliardi nell’area euro il mese prossimo e di 34,4 miliardi nella sola Germania.
“Trascinerà al ribasso i rendimenti”, secondo Patrick Jacq, senior fixed-income strategist di BNP Paribas. “La domanda per i titoli obbligazionari sarà molto alta e il contesto diventerà sempre più favorevole al mercato dei bond societari”.
Fonti principali: Bloomberg; Wall Street Journal