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PIRELLI-OLIVETTI: ANALISTI ASPETTANO LE STRATEGIE

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La conquista della scuderia Telecom, da parte della cordata capitanata da Pirelli, ha fatto scattare in blocco le dissertazioni su cosa farà il nuovo management e soprattutto su come cambieranno Olivetti, Telecom, TIM e la stessa Pirelli.

Gli analisti sentiti da Wall Street Italia sono attendisti.

“Per le società Telecom – dice Stefano Vulpiani di Banca Sella – sarà fondamentale capire come il nuovo vertice affronterà il problema del debito. Il mercato si aspetta una strategia industriale di più ampio respiro che non soffochi le società operative (TIM e Telecom ndr) per ripianare il debito di Olivetti”.

“Il problema vero è il debito della holding di Ivrea (Olivetti)– aggiunge l’analista – e dalla strategia scelta per ridurlo dipenderanno operazioni importanti come la conversione delle risparmio o un’eventuale fusione tra Olivetti e Telecom”.

Il problema della conversione delle risparmio resta, infatti, vivo anche e soprattutto dopo le polemiche che sono seguite al lancio dell’operazione, da parte dell’ex presidente e amministratore Roberto Colaninno.

“Non penso che il piano di conversione delle risparmio in ordinarie venga abbandonato – ha commentato Antonio Ranieri, analista di Uniprof – ma nemmeno che Tronchetti Provera possa migliorarlo ulteriormente”.

Non prende invece una posizione decisa Vulpiani che preferisce attendere le mosse del management sulla strategia globale del nuovo board.

Il ripianamento dei debiti potrebbe passare anche per la fusione tra Telecom e Olivetti. Sull’argomento ieri ha parlato lo stesso Tronchetti Provera definendo l’operazione possibile ma la cui validità e opportunità sono ancora da verificare.

Secondo un analista di Gestnord “la fusione tra le due società sarebbe la soluzione più logica per pagare i debiti di Olivetti, ma bisogna ancora vederci chiaro e considerare la reazione del mercato”.

Secondo Ranieri “un’eventuale fusione avrebbe come primo effetto quello della diluizione della quota di controllo di Pirelli-Benetton”. Per l’eventuale reazione degli investitori individuali ed istituzionali, che ieri hanno venduto a mani basse il titolo, “bisogna vedere le quote di concambio che determinano la convenienza o meno di una simile operazione”.

Per l’analista di Banca Sella la fusione “non sarebbe positiva perché dopo quanto è successo intorno alla scuderia Colaninno, difficilmente sarebbe intesa come un’operazione market friendly, cioè positiva nei confronti del mercato”.

Alla luce di tutto questo gli analisti sono concordi nel vedere stabili sui prezzi attuali i titoli Olivetti e Pirelli, che al momento sono valorizzati in base al Nav (Net Asset Value).

“Olivetti era salita tanto sulle speculazioni che poi però non si sono concretizzate – aggiunge Vulpiani – e ora è quotata sui valori del Nav a circa €2. Al momento e nel breve periodo, sul titolo potrebbe pesare un effetto negativo e si sposterà dietro le società operative. TIM e Telecom, invece, si avvantaggeranno nel lungo termine se la nuova dirigenza metterà a punto strategie di più lungo respiro e non finalizzate a massimizzare gli utili nel breve periodo”.

Per Ranieri il calo di Olivetti e Pirelli nella seduta di ieri lunedì è giustificato e razionale. “Pirelli venerdì scorso quotava €3,09 e con l’acquisto di Olivetti ha distrutto una grande quantità di valore e ora il suo fair value passa a €2,30. In prospettiva potrebbe essere la scommessa del futuro”.

“Olivetti – prosegue l’analista di Uniproff – con la speculazione ormai esaurita si muoverà dietro TIM e Telecom”.

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