LONDRA (WSI) – Si è alla fine dovuto piegare alle pressione esterne e dell’Opposizione David Cameron, il premier britannico e leader dei conservatori che si è costruito un’immagine su ideali quali la meritocrazia, la legalità e la trasparenza.
Il leader dei conservatori ha ammesso di aver guadagnato denaro grazie a un fondo aperto nel paradiso fiscale di Panama dal padre. Nei documenti top secret rivelati da una talpa interna alla società legale Mossack Fonseca, è emerso che il padre di Cameron, Ian, ha aperto un conto offshore nel 1982. In meno di sei anni, quando David aveva ancora appena 22 anni, il valore di Blairmore Holdings era già salito a 20 milioni di dollari.
In diretta tv, Cameron ha dovuto con un certo imbarazzo riconoscere che parte dell’eredità ricevuta dalla morte del padre (300.000 sterline), un broker di successo nei mercati azionari, proveniva da un patrimonio depositato in un fondo offshore.
Gli scheletri sono finalmente usciti dall’armadio
Dopo giorni di semi smentite e dichiarazioni di facciata , il primo ministro britannico ha ammesso che lui e la moglie hanno venduto titoli pari a più di 30 mila sterline in un fondo istituito dal padre, Blairmore, poi deceduto nel 2010.
Il leader del centro destra spera che con le dichiarazioni fatte in diretta al canale ITV News metterà a tacere una volta per tutte le critiche sul suo presunto sfruttamento dei paradisi fiscali, che negli ultimi giorni si erano fatte sempre più intense da parte di media e opposizione. Il partito dei Labouristi, il centro sinistra inglese, ha sempre sostenuto, fin dallo scoppio dello scandalo dei Panama Papers, che Cameron avesse qualcosa da nascondere.
Nel 1997 Cameron e la moglie Samantha hanno comprato una quota in Blairmore, un fondo messo in piedi a inizio Anni 80 dal padre Ian con l’aiuto di Mossack Fonseca, lo studio legale all’epicentro dello scandalo dei Panama Papers – 11,5 milioni di documenti finiti sui media su conti offshore di personalità ricche e celebrità, nel mondo dello sport, dello spettacolo, dell’imprenditoria e della politica.
Downing Street ha reso noto che la quota originale era di 12.497 sterline e che poi è stata venduta a gennaio 2010 per una somma pari a £31.500, pochi mesi prima che David Cameron venisse eletto primo ministro.
Cameron ha detto di avere pagato le tasse sui redditi sui dividendi, ma non è stata applicabile invece una tassa sul capital gain ottenuto con l’operazione di vendita.
“Non ho pagato la tassa sul guadagno in conto capitale – ha ammesso Cameron – ma la cessione è stata soggetta a tutte le normative fiscali e tasse britanniche” del caso.
Fonte: Financial Times