Eni, tangenti in Nigeria: 200 milioni pagati a faccendieri italiani
Su 1,92 miliardi di dollari di tangenti che secondo l’ipotesi accusatoria sarebbero state pagate da Eni in Nigeria per lo sfruttamento del giacimento Opl 245, 200 milioni circa sono stati incassati da italiani, nella fattispecie, l’ex responsabile Agip per la Nigeria, Vincenzo Armanna e i faccendieri Luigi Bisignani e Gianluca Di Nardo. Ne dà notizia il quotidiano Repubblica, sulla base delle carte dei pm Fabio De Pasquale e Sergio Spada. Tale denaro sarebbe servito a remunerare “amministratori e dirigenti di Eni” e intermediari che si sono rapportati con i pubblici ufficiali africani.
I diritti di sfruttamento, secondo l’accusa, sarebbero stati ottenuti “senza una gara di appalto, in violazione della riserva di quote alle società locali”, grazie alla corruzione delle autorità nigeriane.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.