ROMA (WSI) – Che questo sia il governo delle lobby “è una barzelletta”, aveva dichiarato qualche giorno fa il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Gli affari sul petrolio in Basilicata su cui indaga la magistratura, tuttavia, hanno già gettato forti dubbi sull’indipendenza dell’ex ministro Federica Guidi, dimessosi in seguito alla pubblicazione delle intercettazioni col compagno, Gianluca Gemelli, che grazie a un emendamento della Legge di Stabilità avrebbe potuto incassare 2,5 milioni di euro in subappalti.
Ma l’intreccio fra il governo e gli affari di Tempa Rossa potrebbero essere anche più capillari. Quella Maire Tecnimont, la società che lavora come contractor per la multinazionale petrolifera Total e che avrebbe concesso in subappalto dei lavori a Gemelli, è stata infatti già presente nell’Olimpo renziano.
Il presidente di Maire Tecnimont, Fabrizio Di Amato, il cui nome emerge nelle intercettazioni fra l’allora ministro Guidi e Gemelli è stato relatore alla Leopolda del 2014. Gemelli nel discorrere al telefono della Tecnimont con la compagna intuiva dell’esistenza delle indagini e interrompeva la Guidi “a me mi brucia l’orecchio col telefono”.
Secondo quanto scrive Il Giornale “l’ex ministro fa un riferimento al presidente, il romano Fabrizio Di Amato, che voleva incontrarla per chiederle di «tutelare la Tecnimont quale società italiana» in un contenzioso sulla tempistica dei lavori con la Total”.
Di Amato alla Leopolda era intervenuto per raccontare l’affermazione nel mondo della sua società, per sostenere il sogno renziano di fiducia verso il futuro, il video che lo testimonia è disponibile sul canale YouTube del premier. Il presidente della Tecnimont compariva, pochi giorni prima, anche fra gli invitati per l’incontro a Villa Madama con il principe ereditario di Abu Dhabi, Zayed Al Nahyan; fra i commensali c’erano oltre a Matteo Renzi, anche la stessa Federica Guidi.
Non è sufficiente a provare alcun coinvolgimento diretto del governo, o dello stesso presidente Tecnimont, negli affari del Gemelli legati al petrolio lucano. Ma i dubbi sul candore di questi intrecci amichevoli, sembrano comunque legittimi.
Fonte: Il Giornale