La settimana scorsa è stata leggera sul fronte degli indicatori macro, ma la volatilità è aumentata in tutti i mercati azionari, in particolare in Europa e in Giappone. Questi mercati sono stati ancora una volta penalizzati dalla volontà delle banche centrali di stabilizzare il dollaro.
I verbali dell’ultimo FOMC della Fed confermano così la posizione molto accomodante della banca centrale degli Stati Uniti. La correzione inizia a interessare i mercati emergenti e gli USA, questi ultimi iper-comprati dopo un rally di quasi due mesi.
In attesa del vertice di Doha (17 aprile), il petrolio dal canto suo ha approfittato degli segnali favorevoli per stabilizzarsi: la produzione negli Stati Uniti continua ad aggiustarsi verso il basso e le scorte di petrolio USA sono in diminuzione.
Continuiamo a mantenere un orientamento prudente sulle azioni.
Se i timori per la crescita globale si attenuano (escluso in Giappone), i rischi politici e geopolitici torneranno sotto i riflettori nelle prossime settimane: timori di una possibile Brexit, probabili nuove elezioni in Spagna, ritorno alla ribalta del rischio Grecia, crisi dei migranti, per non parlare delle elezioni negli Stati Uniti.
Allo stesso tempo, sappiamo che la stagionalità sta per diventare sfavorevole peri i mercati azionari.