Fondo Atlante, Padoan: non è salvataggio di Stato
L’effetto leva del Fondo Atlante arriverà almeno a 50 miliardi di euro e la sua creazione non costituisce un piano di salvataggio del sistema bancario con i soldi dello Stato. Si tratta di un’iniziativa “del settore privato” per “dare il calcio d’inizio e scuotere” il mercato delle sofferenze.
Sono queste le principali rassicurazioni offerte dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che in un’intervista all’emittente CNBC risponde così alle accuse di “scarsa ambizione” che dalla stampa internazionale sono piovute sul fondo pensato per sostenere lo smaltimento dei crediti deteriorati dal sistema bancario italiano.
La dotazione del fondo dovrebbe attestarsi intorno ai 6 miliardi di euro, ma per il ministro, “i calcoli fatti al valore facciale sono limitati”: l’attività del fondo, concentrata sulle tranche junior dei crediti cartolarizzati (quelle più rischiose e con meno mercato), aiuterà la vendita complessiva di tutte le varie tranche di crediti deteriorati “impacchettati” in questi titoli.
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Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
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