Fmi: tonfo petrolio costerà al Medio Oriente fino a $150 miliardi
I bassi prezzi del petrolio potrebbero costare alle economie del Medio Oriente fino a $150 miliardi, in termini di mancate entrate nelle casse dello Stato. E’ l’avvertimento lanciato dal Fondo Monetario Internazionale.
Secondo l’Fmi le economie dell’area – le cui entrate fiscali dipendono fortemente dai ricavi legati alle vendite di petrolio – avrebbero perso già 390 miliardi in mancate entrate soltanto nel 2015, e farebbero fronte ora a perdite di entrate fino a $150 miliardi.
Il crollo delle entrate si riconduce ovviamente al crollo del fatturato delle esportazioni di petrolio, dovuto al tonfo dei prezzi del crude da $115 circa della metà del 2014 a un valore al di sotto di $30 all’inizio dell’anno.
Ora i prezzi hanno recuperato terreno e viaggiano al di sopra di $40, ma nel frattempo, per risolvere i problemi di deficit, i paesi del Golfo Persico hanno lanciato diverse misure, tra cui il taglio dei sussidi di energia e l’aumento delle tasse.
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Seduta perlopiù positiva per le borse europee. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,2% a 33.294 punti
Wall Street apre in positivo, con Nvidia che registra un aumento del 4,8% dopo un inizio negativo nel premercato. Il titolo ha raggiunto un nuovo record, mentre le tensioni tra Russia e Occidente continuano a influenzare i mercati. Inoltre, l’attenzione è rivolta alle prossime decisioni della Federal Reserve sui tassi di interesse.
Sarà operativo entro la fine del 2026 e andrà ad aggiungersi agli altri 16 già esistenti
Negli Stati Uniti, il numero di lavoratori che hanno richiesto per la prima volta i sussidi di disoccupazione è diminuito a 213.000, il valore più basso da maggio. Le aspettative erano di 220.000 richieste. Il totale dei lavoratori che ricevono sussidi è invece aumentato leggermente, raggiungendo 1.908.000 unità.