Effetto Obama sulla sterlina. L’allarme sullo scenario Brexit funziona
Sul valutario, protagonista di oggi è soprattutto al rimonta della sterlina, che testa nei confronti del dollaro il massimo in cinque settimane, complici le dichiarazioni del presidente americano Barack Obama, che continua a lanciare avvertimenti contro lo scenario Brexit.
Il rapporto sterlina/dollaro ha testato $1,4475, per la prima volta appunto in cinque settimane.
Stando al sito di scommesse Betfair, le probabilità che i cittadini del Regno Unito votino per rimanere nell’Unione europea, nel corso del referendum del prossimo 23 giugno, è ora del 72%, rispetto al 63% circa precedente agli appelli di Obama.
Obama ha d’altronde sottolineato che potrebbero trascorrere fino a dieci anni perchè il Regno Unito e gli Usa riescano a siglare un accordo commerciale esclusivo.
E si parla ora di effetto Obama sulla sterlina, come dimostra il grafico.
Breaking news
Finale perlopiù positivo per le borse europee, con il Ftse Mib di Piazza Affari in progresso dello 0,47% a 35.204,26 punti. Balzo di Iveco Group (+6,2%), ben intonate anche Moncler (+2,1%) e Brunello Cucinelli (+2,6%), quest’ultima dopo i dati sui ricavi del terzo trimestre. In calo invece Saipem (-3,4%), deboli Diasorin (-0,9%) ed Eni (-0,4%). […]
La seduta di Wall Street apre in rialzo grazie alla spinta di Apple e Netflix, con il Nasdaq in crescita. Nonostante una chiusura leggermente in calo ieri, i principali indici mostrano segni positivi grazie a dati macroeconomici favorevoli. Tuttavia, il petrolio Wti segna una diminuzione del prezzo al Nymex.
Il mercato edilizio americano ha subito una contrazione a settembre 2024, con un calo dello 0,5% nei nuovi cantieri avviati e una diminuzione del 2,9% nei permessi edilizi. Le aspettative degli analisti prevedevano un calo meno marcato nei permessi.
I mercati azionari cinesi hanno chiuso in netto rialzo, con l’indice Hang Seng di Hong Kong in aumento del 3,61% e lo Shanghai Composite del 2,91%. Questo avviene dopo le nuove misure di finanziamento della banca centrale cinese. Il PIL del terzo trimestre è cresciuto del 4,6%, superando le previsioni, ma non ha influenzato negativamente le contrattazioni.