Borse: chiudere posizioni a maggio potrebbe costare caro in autunno
Gli investitori dovrebbero fare attenzione a non chiudere le posizioni in titoli azionari troppo presto, in maggio. In molti nelle sale operative avranno sentito parlare dell’adagio “sell in May and go away” che si basa sul presupposto che d’estate le Borse tendono storicamente a perdere quota. Una simile strategia quest’anno potrebbe costare caro in autunno, secondo gli osservatori di mercato citati da Marketwatch.
Come dimostra anche l’andamento dei titoli Coca-Cola (uno dei gruppi quotati prediletti da Warren Buffett) speculatori come Buffett e altri hedge fund hanno spesso approfittato di questa tendenza nelle Borse, rimanendo fedeli all’azionario nel periodo estivo, approfittando così della fuoriuscita degli investitori retail.
Analizzando i dati dal 1970 a oggi si nota come il ritorno medio da investimento sull’S&P 500 è stato del 6% in inverno contro il +2% realizzato d’estate. Ma se dai dati vengono epurati il crollo del 2008 e del 1987 e se si guarda alla mediana dei prezzi, si scopre che l’inverno e l’estate hanno offerto ritorni simili (+5% e +4%). I numeri smentiscono la veridicità dell’assunto secondo cui conviene vendere in maggio e non tornare prima dell’autunno.
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Gli indici di Wall Street mostrano andamenti contrastati mentre gli investitori valutano i dati macroeconomici dell’eurozona e le possibili nomine del presidente eletto Trump. L’attenzione è anche rivolta ai dati PMI e alla fiducia dei consumatori negli USA, con il mercato che specula su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed.
Ferrari ha acquistato 18.671 azioni ordinarie sul New York Stock Exchange come parte del suo programma di riacquisto azionario. L’acquisto rientra nella quinta tranche di un piano pluriennale da 2 miliardi di euro previsto fino al 2026.
Bosch, il leader mondiale nella fornitura di componenti per autoveicoli, ha dichiarato l’intenzione di ridurre 5.550 posti di lavoro a livello globale, principalmente in Germania, a causa delle sfide nel mercato delle auto nuove. La produzione globale di veicoli è prevista stagnare o diminuire leggermente, influenzata dalla domanda calante, dalla transizione ai veicoli elettrici e dalla crescente concorrenza cinese.