PARIGI (WSI) – Nonostante non lo si possa definire un militante politico, la talpa che ha fatto le scomode rivelazioni all’origine dell’affaire LuxLeaks, su tutta una serie di conti offshore in Lussemburgo, è stata accusata di “anticapitalismo” nel processo in corso nel paradiso fiscale.
L’accusa è stata mossa dal commissario della polizia lussemburghese Roger Hayard, che si è presentato in aula a testimoniare nel processo sull’ex revisore contabile dello studio legale PriceaterhouseCoopers (PwC).
Antoine Deltour è accusato di aver rubato centinaia di accordi fiscali top secret, il giorno prima delle sue dimissioni nell’ottobre del 2010 e di avere successivamente consegnato i documenti a un giornalista della trasmissione “Cash Investigation” dell’emittente francese France 2, Edouard Perrin.
Insieme a Deltour, sul banco degli imputati c’è anche Raphael Halet, che ha agito per conto proprio e che anche lui è accusato di “furto” e di “violazione del segreto professionale”. I due rischiano dieci anni di prigione.
Nel corso delle indagini del processo ribattezzato dalla stampa LuxLeaks, il commissario Hayard ha potuto avere accesso al materiale informatico di Antoine Deltour, che è stato identificato da PwC dopo che è andata in onda la trasmissione “Cash Investigation” a maggio 2012.
Siccome non è stata trovata nessuna traccia di eventuali operazioni finanziarie sospette, il commissario ha cercato un altro movente. Antoine Deltour “si pùo definire anticapitalista“, ha dichiarato davanti al tribunale del Lussemburgo.
Falle nei sistemi di sicurezza di PwC
Come prova il poliziotto ha fornito dei messaggi pubblicati sul suo profilo di Facebook, nei quali Deltour avrebbe dichiarato di “fare fatica ad accettare” che i “comuni mortali” non possano evitare di pagare le tasse come invece è il caso delle grandi multinazionali.
Deltour seguiva le newsletter del partito dei Verdi ed era abbonato al sito di indagini giornalistiche Mediapart, ma questo secondo la sua compagna, chiamata a testimoniare anche lei il 27 aprile, non fa di lui un anticapitalista, anche perché non ci sono prove del fatto che fosse un militante politico.
“È sopratutto una persona che ha a cuore la difesa della libertà di ciascun individuo. Non posso dire che sia un anticapitalista”.
Anita Bouvy, incaricato di condurre l’inchiesta interna in seno alla filiale lussemburghese del gabinetto legale dopo la divulgazione nei media nel 2012 e nel 2014 di milioni di accordi fiscali segreti, ha riscontrato che delle “anomalie”. Si tratta di falle nel sistema di sicurezza che hanno permesso a centinaia di dipendenti, tra cui Deltour, di accedere senza alcun controllo a dati e documenti sensibili.
Fonte: Le Monde