Shell: crollo record, utile netto a -89% nel primo trimestre
L’AIA (WSI) – Crolla dell’89% l’utile netto della Shell nei primi tre mesi del 2016, arrivando a 484 miliardi di dollari. Un tonfo da record dovuto essenzialmente alla crisi dei prezzi del petrolio che hanno spinto il gruppo a dichiarare la riduzione quest’anno dei suoi investimenti, dopo la recente fusione da 68 miliardi di dollari con British Gas.
Per fronteggiare la crisi, la Royal Dutch Shell continua a tagliare le spese sacrificando posti di lavoro e progetti costosi, come afferma il direttore generale Ben van Beurden.
“Continuiamo a ridurre le spese, a gestire la situazione finanziaria nel contesto attuale di debolezza dei prezzi del petrolio (…) l’integrazione con British Gas è destinata a una partenza robusta, come risultato di una pianificazione dettagliata e avanzata prima del completamento della transazione. Ciò probabilmente porterà ad un’accelerazione del dispiegarsi delle sinergie dall’acquisizione a costi minori di quelli previsti”.
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Ad agosto le scorte delle aziende negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,3%, raggiungendo un totale di 2.581,8 miliardi di dollari, secondo il dipartimento del Commercio. Questo aumento è in linea con le previsioni degli economisti. Le vendite, invece, hanno subito una leggera flessione dello 0,2%, mentre il rapporto tra scorte e vendite si è attestato a 1,38 rispetto a 1,36 dell’anno precedente.