NEW YORK (WSI) – Nuovo blitz della Guardia di Finanza negli uffici della sede centrale di Banca Etruria ad Arezzo. Lo hanno reso noto gli stessi militari, che oggi hanno acquisito una serie di documenti.
Questa volta su un fatto specifico dell’inchiesta sulle obbligazioni subordinate: il suicidio di Luigi D’Angelo, il pensionato di Civitavecchia che si uccise il 28 novembre dello scorso anno dopo che dalla banca gli avevano comunicato che i suoi risparmi di una vita, 100 mila euro, erano andati in fumo.
Non è la prima vola che le Fiamme Gialle acquisiscono documenti dagli archivi della banca aretina ma, secondo indiscrezioni, stavolta la ricerca ha per oggetto documenti che potrebbero confermare o meno se la vendita delle obbligazioni per 80 mila euro e delle azioni per altri 20 mila euro fu poco trasparente e se Luigi D’Angelo venne ingannato da qualche dipendente della banca.
L’ipotesi di reato è dunque pertruffa. Si punta ad acquisire sia la documentazione che era rivolta a tutta la clientela di questo tipo di sottoscrizioni, che, nello specifico, a D’Angelo.
Gli inquirenti ipotizzano che, in più casi, siano state alterate le risposte dei clienti nei questionari allegati alla sottoscrizione delle obbligazioni subordinate come, ad esempio, nella parte relativa alla professione svolta.
Intanto, questa mattina il gup del tribunale di Arezzo Annamaria Loprete ha respinto tutte le richieste di costituzione di parte civile avanzate dai risparmiatori di Banca Etruria, e da alcune associazioni, nell’udienza preliminare per il primo filone dell’inchiesta sull’istituto aretino.
Per il gup l’unica parte offesa nel primo processo per Banca Etruria è quindi Bankitalia mentre tutti gli altri non avrebbero avuto un danno patrimoniale tangibile dall’operato dell’ex presidente Giuseppe Fornasari, dell’ex direttore generale Luca Bronchi e del direttore centrale David Canestri, imputati di ostacolo alla vigilanza.