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Borsa Milano azzera guadagni. Popolari accelerano al ribasso

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MILANO (WSI) – Borsa Milano azzera i guadagni segnati nelle ultime ore, allineandosi alla debolezza dell’azionario europeo. L’indice Ftse Mib torna così sotto quota 18.000 punti.

In un listino, quale quello italiano, fortemente condizionato dalla presenza delle banche, si segnala l’accelerazione delle vendite sulle popolari, a fronte del buon rialzo di MPS, che balza oltre +4%. Il peggioramento riguarda BP che cede fin oltre -5%, ma vanno male anche BPM e Bper e le due big Intesa SanPaolo e Unicredit.

Tra i titoli di altri settori, ENI solida con un rialzo del 2% circa, FCA sotto pressione, Mediaset tra i migliori, balzata durante la sessione fino a +3% circa, molto bene anche Telecom Italia con +3%. Molto male il titolo Azimut Holding, che arretra di quasi -6%.

L’azionario europeo è salito comunque per la prima volta in una settimana, complici gli acquisti sulle materie prime e soprattutto sul petrolio, che ha beneficiato del calo della produzione Usa, il più forte in otto mesi.

Sugli altri mercati, in rialzo i tassi sui titoli di stato della Turchia a 10 anni, fino al 9,5%, per la nuova crisi politica che si è aperta con le dimissioni del premier Davutoglu. I tassi dei bond della Turchia sono saliti al record in un mese, l’indice della borsa di Istanbul 100 ha oscillato nervosamente, mentre la lira è salita oltre +2% sul dollaro dopo aver riportato la flessione più forte in otto anni, nella giornata di ieri.

I cds per assicurarsi sui bond della Turchia sono saliti per la quinta sessione consecutiva, a 265 punti base, al record dallo scorso 8 aprile, stando ai dati di Bloomberg. Sessione per lo più negativa per l’azionario asiatico. Reso noto il dato sul Pmi servizi della Cina, che ha segnato un rallentamento rispetto al mese precedente, rimanendo comunque al di sopra della soglia di 50 punti, dunque in fase di espansione. Contrastati i mercati cinesi.

Chiuse la borsa di Tokyo, di Hong Kong, di Indonesia e Thailandia. In Europa, chiuse oggi le borse di Svizzera, Svezia, Norvegia, Danimarca, Austria, Finlandia. La chiusura di queste piazze finanziarie ha avuto un effetto sui volumi di trading, inferiori del 25% circa rispetto alla media degli ultimi 30 giorni.

Sul valutario, accelerazione ribassista per l’euro, che è tornato sotto $1,14, in rialzo il rapporto dollaro/yen, che supera quota JPY 107. Sul fronte delle materie prime, bene i prezzi del petrolio, con il contratto WTI scambiato a New York oltre $45 e il Brent che ha oscillato attorno $46, con guadagni superiori a +3%. A sostenere le quotazioni del greggio, un grande incendio divampato in Canada. Colpito il centro nevralgico per il petrolio, la città di Fort McMurray: 88.000 persone sono state evacuate, e sarebbero ben 1.600 le strutture andate a fuoco.

Marc Ostwald ha inviato un’analisi di JBC Energy, secondo cui gli analisti dei mercati petroliferi starebbero sottovalutando l’impatto dell’incendio. JBC parla di una capacità interrotta di almeno 500.000 barili al giorno. Ma, viste le conseguenze sulle infrastrutture, si deve considerare anche l’interruzione dell’oleodotto Corridor, che produce 560.000 barili al giorno e la forte riduzione della produzione dell’oleodotto Polaris, che produce 140.000 barili al giorno.

In generale, i produttori della provincia di Alberta, che è stata colpita dall’incendio, hanno iniziato a interrompere la produzione; tra questi anche i colossi Shell e Suncor. Ci sono comunque anche altri fattori che spronano al rialzo il petrolio; come l’alert arrivato da un funzionario di Tripoli, che ha affermato che la produzione della Libia potrebbe scivolare di 120.000 barili al giorno

Oro in calo sotto $1.280 punti. Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund in rialzo verso 140 punti base circa, a fronte di tassi sui BTP decennali attorno all’1,57% e i tassi sui Bund in calo attorno allo 0,17%.