ROMA (WSI) – Tito Boeri, numero uno dell’Inps, si scaglia contro la Casta, prendendo di mira in particolare i vitalizi erogati ai parlamentari. Vitalizi che sono “insostenibili”. Boeri parla durante un’audizione alla Camera e spiega come, con il sistema contributivo, i vitalizi si ridurrebbero del 40%. Ciò significa che ”i vitalizi dei parlamentari sono quasi il doppio di quanto sarebbe giustificato alla luce dei contributi versati”.
Al momento, i vitalizi che vanno ad arricchire i portafogli di ex onorevoli e senatori hanno un costo, infatti, di 193 milioni (valore che si riferisce al 2016). Boeri sottolinea che, con il calcolo contribuitivo, si risparmierebbero all’anno 79 milioni.
“Applicando le regole del sistema contributivo, oggi in vigore per tutti gli altri lavoratori, all’intera carriera contributiva dei parlamentari, la spesa per vitalizi si ridurrebbe del 40%, scendendo a 118 milioni, con un risparmio, dunque, di circa 76 milioni di euro l’anno (760 milioni nei prossimi 10 anni)”.
Il risparmio salirebbe a 79 milioni senza considerare il ricalcolo per i 117 ex parlamentari che hanno una lunga carriera contributiva, e che potrebbero avere diritto a un incremento degli stessi vitalizi.
“Supponendo che il rapporto fra vitalizi in essere e vitalizi ricalcolati sia lo stesso per i consiglieri regionali, il risparmio complessivo in caso di ricalcolo per l’insieme delle cariche elettive salirebbe a 148 milioni di euro circa per il solo 2016 (e circa un miliardo e 457 milioni sui primi 10 anni presi in considerazione dalle nostre simulazioni)”.
Nel commentare le cifre, Boeri sottolinea che “si tratta di misure non solo simboliche, ma in grado di contribuire in modo significativo alla riduzione della spesa pubblica o al finanziamento di programmi sociali“.
Boeri continua a mettere in evidenza l’assurdità dei ricchi vitalizi parlamentari, attaccando praticamente la Casta.
Negli ultimi 40 anni, la spesa si è confermata “sempre più alta dei contributi. Normalmente un sistema a ripartizione (in cui i contributi pagano le pensioni in essere) alimenta inizialmente forti surplus perché ci sono molti più contribuenti che percettori di rendite vitalizie. Nel caso di deputati e senatori, invece, il disavanzo è stato cospicuo fin dal 1978, quando ancora i percettori di vitalizi erano poco più di 500, prova evidente di un sistema insostenibile”.
Ma nonostante ciò:
“si è ritenuto per molte legislature di non intervenire. Addirittura si sono resi questi trattamenti ancora più generosi, come testimoniato da una crescita, per lunghi periodi, più accentuata della spesa che del numero di percettori. I correttivi apportati più di recente alla normativa, pur avendo arrestato quella che sembrava una inarrestabile crescita della spesa non sono in grado di evitare forti disavanzi anche nei prossimi 10 anni”.