L’imminente scomparsa della banconota da 500 euro ha enormi implicazioni sul comportamento e la forma della futura politica monetaria. Crediamo che la prossima decisione di porre fine alla stampa della banconota vada ben oltre l’essere una misura anti-riciclaggio, comunemente citata come motivazione. La liquidità in contanti è il peggior nemico dei tassi d’interesse negativi e, dal nostro punto di vista, l’ultima azione della BCE non solo segnala un ulteriore dominio delle banche centrali, ma anche una maggiore probabilità di tassi d’interesse ancor più negativi in futuro.
Limitando la quantità di banconote da 500 euro in circolazione, la BCE sta cercando di assicurarsi che conservare denaro contante sia più costoso che tenerlo in banca, nonostante i tassi d’interesse negativi. In parole povere: c’è bisogno di molto meno spazio per conservare al sicuro banconote di taglio maggiore. Si può dunque dire che, facendo in modo che la più grossa banconota stampata sia quella da 100 euro, la BCE stia cercando di regolare la quantità di contante che i risparmiatori possono tenere da parte.
In una situazione estrema, una società senza contante consente di non avere limiti sui tassi d’interesse negativi, poiché cessano di esistere gli asset a rendimento zero. Questo può essere gradualmente ottenuto aumentando i costi di stoccaggio del contante, condizione che l’eliminazione di banconote di grosso taglio chiaramente consente di raggiungere.
Molti membri della BCE, compreso Jens Weidmann, sono già intervenuti nel dibattito evidenziando l’impatto che una tale mossa potrebbe avere sulla fiducia. Sul breve termine, crediamo che tassi d’interesse ancora più negativi siano improbabili, poiché l’attenzione si allontana dall’uso della valuta come strumento di politica monetaria. Tuttavia, lo strumento dell’interesse negativo sarà probabilmente importante se/quando il ciclo economico globale si invertirà, richiedendo un’altra dose di politiche di sostegno. A quel punto, l’assenza della banconota da 500 euro potrebbe dimostrarsi molto utile per chi decide tali politiche.
In ultima analisi, crediamo che l’eliminazione della banconota invii un chiaro segnale, ossia che i tassi d’interesse negativi scenderanno molto più in basso. Per il pubblico generale, questo potrebbe rafforzare ancora il dominio dello stato e delle banche centrali: le variabili monetarie nominali, infatti, sembrano ora essere un’imposta diretta sui risparmiatori, che richiede un’ulteriore ridistribuzione della ricchezza per ottenere gli obiettivi macroeconomici di alto livello.