La Brexit, l”uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, sarebbe un affare soprattutto per gli studi legali, impegnati a gestire la transizione verso un cambiamento delle regolamentazioni sulle imprese che potrebbe modificare fino al 60% delle regole attuali. E’ quanto è scritto nello studio dedicato alla Brexit di Jwg, think-tank specializzato proprio nei cambiamenti delle regolamentazioni: secondo lo studio di 24 pagine si stimano costi per i servizi finanziari britannici di 17 miliardi di sterline (21,5 miliardi di euro).
“Il costo addizionale della Brexit per i già ingenti budget britannici destinati alle modifiche normative sarà di 17 miliardi di sterline al 2026”, afferma il Jwg, “senza tener conto delle multe di non conformità”.
Il think-tank, che non intende prendere posizione sull’imminente referendum sulla Brexit, mette in evidenza come non sia così vero che, in caso di uscita dall’Ue, il Regno Unito possa essere “libero dall’attuale ambiente in tema di regolamentazioni”. La Brexit condurrebbe a “un decennio di incertezze” nel quale “consulenti , avvocati e fornitori di tecnologia saranno i vincitori finali”.
Gli avvisi di una pluralità di istituzioni si sono schierati a favore della permanenza del Regno Unito nell’Ue, fra di esse il Tesoro britannico e l’Ocse, che hanno previsto entrambe contraccolpi negativi per il Prodotto interno lordo: il reddito per le famiglie subirebbe una riduzione fra le 4,300 e le 5mila sterline all’anno.