BRUXELLES (WSI) – Via libera della Commissione Ue alla flessibilità richiesta dall’Italia nei confronti di cui, giurano da Bruxelles, non saranno aperte procedure sanzionatorie. Un risultato che soddisfa pienamente il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan.
“All’Italia viene concesso un pò di più di quello che ci si aspettava perché ci sono anche le componenti relative ai migranti e alle spese per la sicurezza. Non è una questione di vittoria o di sconfitta, è questione che rispettiamo le regole e questo ci viene riconosciuto e allo stesso tempo facciamo una politica giusta per il Paese”.
La Commissione Ue ha così accordato all’Italia la flessibilità richiesta, ossia fare più deficit del previsto: lo 0,5% in più a fronte delle riforme messe in campo dal governo, lo 0,25 (contro lo 0,3 chiesto dall’Italia) per il contributo al Fondo europeo per gli investimenti e lo 0,1 (rispettivamente 0,06 e 0,04%) per le “emergenze” sicurezza e immigrazione. Ma accordando all’Italia la flessibilità richiesta, la Commissione ricorda anche “l’impegno scritto nero su bianco secondo cui Roma assicurerà il livello del deficit all’1,8% del Pil nel 2017 ed eviterà una deviazione significativa”.
A scriverlo è il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici che ha trasmesso all’Italia una serie di raccomandazioni specifiche da realizzare. In primo luogo, secondo Moscovici, l’Italia deve avere come priorità quella di spostare le tasse dal lavoro alla proprietà, ossia spostare il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi e alle proprietà, ridurre le detrazioni fiscali e completare la riforma del catasto entro metà 2017. E subito reagisce Confedilizia, che che si ribella contro l’Unione europea. In particolare lo stesso presidente Giorgio Spaziani testa lancia un interrogativo: “Qualcuno ha informato la Commissione europea che dal 2012, in Italia, è stata triplicata la tassazione patrimoniale sugli immobili? Forse no”.
Altra raccomandazione indirizzata al nostro Paese dalla Commissione riguarda l’attuazione delle politiche sociali.
“Attuare la riforma delle politiche attive del mercato del lavoro, in particolare rafforzando l’efficacia dei servizi per l’impiego, adottare e applicare una strategia anti-povertà nazionale, con una revisione e la razionalizzazione della spesa sociale, adottare e applicare rapidamente la legge in materia di concorrenza e prendere ulteriori iniziative per aumentare la concorrenza per le professioni regolamentate, il trasporto, i settori sanità e retail ed il sistema delle concessioni“.
Anche sul fronte evasione fiscale, l’Italia deve fare ancora di più, dice l’Europa, aumentando l’adesione spontanea agli obblighi fiscali, anche attraverso i pagamenti elettronici e intensificando la lotta contro la corruzione rivedendo i termini di prescrizione entro la fine del 2016.
“Importante anche l’implementazione del programma di privatizzazioni, utilizzare i proventi per velocizzare la riduzione del rapporto tra il debito pubblico, nonchè l’attuazione riforma della pubblica amministrazione adottando i relativi decreti attuativi, in particolare quelli sulle partecipate pubbliche, i servizi pubblici locali e la gestione delle risorse umane”.
Infine un riferimento al settore bancario: la Commissione ribadisce la richiesta di “accelerare la riduzione dello stock di sofferenze bancarie, anche mediante ulteriori miglioramenti del quadro legislativo per quanto attiene l’insolvenza e il recupero crediti”.