La crescita globale ha ancora troppi pesi sulle spalle per poter ritornare ai ritmi precedenti alla crisi: secondo l’agenzia di rating Moody’s sono proprio quei Paesi, un tempo traino dell’economia mondiale, a soffrire di un persistente rallentamento. Moody’s ha tagliato le previsioni sul PIL di Argentina, Brasile, Messico e Turchia, aggiungendo che le aspettative, anche per le economie avanzate, resteranno al di sotto dei livelli pre-crisi a causa del rallentamento degli emergenti.
Questi ultimi, secondo l’agenzia di rating, cresceranno del 4,2% nel 2016, dopo la performance del 4,4% segnata un anno fa, prima di avanzare del 4,8% nel 2017. A completare il quadro sulle prospettive dell’economia globale ci sono i prezzi deboli per il petrolio e diverse altre commodity.
Nonostante il calo dei prezzi energetici dovrebbe avere un impatto simile alla riduzione di una tassa, le turbolenze che hanno spaventato i mercati a inizio anno basteranno, secondo Moody’s, a rallentare il passo delle economie avanzate del G20. Esse dovrebbero chiudere l’anno con una crescita dell’1,7%, dal precedente 1,9%.
Le tendenze che si osservano negli ultimi tempi suggeriscono che le fasi espansive che normalmente seguono i periodi di recessione, questa volta sono state particolarmente modeste. I fattori che frenano la ripresa dell’economia mondiale “possono rivelarsi durature e la crescita del Pil rimarrà bassa per alcuni anni”, afferma Elena Duggar, associate managing director di Moody’s,
“Le prospettive dei vari Paesi restano generalmente più deboli di quelle dei due decenni passati. In più il commercio globale resta sottotono, mentre gli spillover dagli shock dei mercati emergenti sui mercati mondiali sono aumentati considerevolmente”.