NEW YORK (WSI) – Se al referendum istituzionale di ottobre vincessero davvero i no, Matteo Renzi, come ha annunciato, si dimetterebbe da presidente del Consiglio. Ma cosa accadrebbe dopo?
Secondo quanto si legge in un articolo di Affari Italiani, e’ per ora “escluso il ritorno immediato alle urne, visto che ci sarebbero due leggi elettorali diverse: l’Italicum per la Camera e il Consultellum per il Senato”.
In questi giorni – secondo quanto riporta un articolo di Affaritaliani.it – al Quirinale si lavora allo scenario del dopo-Renzi.” L’ipotesi al vaglio è quella di un esecutivo del Presidente e di larghe intese (con Forza Italia e senza 5 Stelle e Lega) che modifichi la legge elettorale e traghetti il Paese alle elezioni politiche anticipate o nella tarda primavera del 2017 o all’inizio del 2018″ si legge in un articolo, in cui viene specificato che “Il Colle sta vagliando diverse ipotesi e al momento quella che sembra più probabile porta ad un clamoroso ritorno a Palazzo Chigi di Enrico Letta, defenestrato nel febbraio del 2014 da Renzi con il famosissimo hashtag #enricostaisereno.
Scartate le ipotesi Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (non politico), e Giuliano Amato (troppo impopolare). Letta in versione traghettatore avrebbe l’ok anche della minoranza dem, la maggioranza renziana non potrebbe opporsi, oltre che dei centristi verdiniani e alfaniani e di Silvio Berlusconi. All’opposizine resterebbero i 5 Stelle, la Lega, Fratelli d’Italia e Sel.
Pare – stando ai boatos del Transatlantico – che i contatti tra Mattarella e l’ex premier Letta siano in corso da settimane. Ovviamente del tutto informali, ma è sempre meglio non farsi trovare impreparati in caso di vittoria dei no al referendum istituzionale”.