Dopo la fiducia condizionata incassata dalla Commissione europea, il governo ha rilanciato i progetti volti all’alleggerimento del carico fiscale su più fronti. Ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha dichiarato che la prossima legge di Stabilità potrebbe anticipare il taglio del cuneo fiscale, che andrebbe a ridurre i contributi previdenziali sui contratti a tempo indeterminato: “il lavoro stabile dovrebbe costare all’impresa un 10% in meno del lavoro a termine”, ha dichiarato Poletti.
E ancora: “Valuteremo in sede di legge di stabilità l’ipotesi di anticipare al 2017 un taglio strutturale del cuneo in modo da rendere meno costoso il lavoro a tempo indeterminato”.
Il costo di questo intervento strutturale, si aggira fra 4 e i 6 miliardi nel caso di un taglio di 6 punti (3 per il datore, 3 per il lavoratore), secondo alcune stime tecniche citate dal Sole24Ore.
I fronti degli sgravi fiscali, però, sono molti altri. Uno, già previsto per il 2017, è quello del taglio Ires, sui redditi delle società, che andrebbe a favorire direttamente l’attività d’impresa; un altro, annunciato mercoledì sera dal premier Renzi andrebbe a colpire l’Irpef, a sostegno dei consumi, sempre per l’anno prossimo. In contemporanea si discute della flessibilità in uscita per le pensioni che, anticipando il ritiro a fronte di un minore assegno mensile, faciliterebbe l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Far tornare i conti senza rinunciare a nessuno di questi interventi sarà un compito assai arduo.
Il taglio del cuneo fiscale in favore del contratto a tempo indeterminato andrebbe a bilanciare l’impatto negativo della progressiva riduzione degli incentivi fiscali sulle assunzioni, in scadenza a dicembre, già nella loro forma ridotta rispetto a un anno fa. Un rinnovo della decontribuzione, (che ha indubbiamente favorito l’accesso al lavoro, sebbene con conseguenze a lungo termine ancora da valutare) sarebbe adottato in forma ancora più ridotta, secondo quanto riporta il Sole “ si parla di fissarla al 20-25%, intorno ai mille euro di decontribuzione per un solo anno”.
Fonte: Sole24Ore