NEW YORK (WSI) – Il mercato dei vaccini finisce nel mirino dell’Antutrust, che riconosce, in Italia, la presenza di un monopolio o oligopolio destinato ad aumentarne i costi per lo stato.
Secondo i calcoli presenti nell’indagine conoscitiva ’Vaccini per uso umano’ dell’Authority, presentata oggi a Roma, la spesa annua a carico del Sistema sanitario nazionale e’ di 300 milioni di euro. Una cifra destinata a raddoppiare con l’approvazione del nuovo Piano di prevenzione vaccinale.
Nel dettaglio, l’indagine mette in evidenza gli effetti positivi della concorrenza sull’andamento dei prezzi nell’interesse dei consumatori: quando si verifica un confronto commerciale tra prodotti diversi, infatti, i prezzi tendono a scendere in misura sensibile, anche in assenza di versioni cosiddette generiche.
Due casi per tutti sono rappresentati dai vaccini anti-papillomavirus e di quelli esavalenti, rispettivamente la terza e seconda voce di spesa vaccinale a carico del Ssn (23 e 75 milioni di euro). Nel primo caso, si è assistito a competizione diretta tra prodotti di GlaxoSmithKline e Sanofi-Merck: i prezzi sono diminuiti del 30% tra il 2010 e il 2015 fino agli attuali 37 euro per dose, fra i più bassi a livello internazionale. Per gli esavalenti, dopo un lungo monopolio, in pochi mesi a partire dal 2015 i prezzi sono calati di quasi mezzo euro a dose con l’ingresso sul mercato di un altro prodotto.
Da qui la necessita’ evidenziata dall’Antitrust che le autorità mediche competenti adottino posizioni chiare, trasparenti e indipendenti: sia in ordine all’inclusione di una determinata vaccinazione nei piani nazionali di prevenzione, sia in merito ai profili di equivalenza medica tra prodotti vaccinali.