NEW YORK (WSI) – L’abolizione dell’Imu non e’ sufficiente. Negli ultimi anni “si è passati da una imposizione patrimoniale da 9 a 25 miliardi”. Parola di Francesco Spaziani Testa, presidente di Confedilizia che, sentito dal Giornale, ricorda che, con l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, la pressione “è diminuita leggermente a 22 miliardi”.
Tuttavia sul governo ci sarebbero pressioni affinché anche questa inversione di tendenza sia cancellata. “Pressioni dall’Europa e forse anche da Confindustria“, nota il presidente della associazione che tutela i proprietari di case.
Ma la vera stangata resta quella su negozi e uffici affittati. “Di solito hanno aliquote fissate dai Comuni ai livelli massimi, poi sui redditi che producono grava la tassazione ordinaria che spesso va all’aliquota marginale. A differenza degli affitti per uso abitativo, non hanno la possibilità di optare per la cedolare secca”, ha spiegato Spaziani Testa.
“Tra redditi tassati con l’aliquota marginale che può essere al 43%, addizionali, Imu, Tasi, detrazioni insignificanti, abbiamo casi di tassazione che supera l’80 per cento. Senza contare le spese di manutenzione e il rischio morosità” ha aggiunto Spaziani.
C’e’ poi l’Irpef che si paga nelle seconde case nel comune di residenza. Ridotta al 50%, ma sempre ingiusta, spiega il presidente di Confedilizia, “perché colpisce soprattutto gli immobili che i proprietari non riescono ad affittare”.