NEW YORK (WSI) – L’unica opzione possibile per dare una sferzata al titolo e anche ai fondamentali della banca italiana Unicredit è l’aumento di capitale. La pensano così gli analisti di Equita Sim che, in una nota, reputano il titolo “ininvestibile fino al completamento dell’operazione” di rafforzamento patrimoniale. Operazione che potrebbe essere possibile nel secondo semestre 2016.
Nel frattempo, la Consob ha reso noto che il fondo Usa Blackrock è salito di poco sopra il 5% del capitale della banca per poi scendere di poco sotto questa cifra soltanto 24 ore dopo, portandosi per la precisione al 4,997% del capitale.
Tornando al report di Equita, gli analisti della sim italiana hanno notato che “solo un aumento da 5 miliardi avrebbe la capacità di rinsaldare decisamente i coefficienti patrimoniali, senza penalizzare eccessivamente il ritorno sugli asset tangibili e gli utili per azione. La vendita di asset ipotizzata – ad esempio il 20% di Finecobank e le partecipazioni nella polacca Pekao e nella turca Yapi Kredi – “libererebbe 7,6 miliardi di euro», per quasi 200 punti base a livello di ratios patrimoniali, ma ridurrebbe nettamente gli utili e si rivelerebbero “dannose” nel medio periodo. Anche una mossa d’impatto industriale e storico come una fusione con Mediobanca “non sarebbe risolutiva”.
L‘aumento di capitale viene visto invece come una soluzione che potrebbe restituire linfa alla banca e al suo titolo.
Tutto questo mentreparte oggi ufficialmente l’iter per la scelta del nuovo amministratore delegato di Unicredit. Oggi infatti il comitato ristretto composto dal presidente, Giuseppe Vita, dal vicario, Vincenzo Calandra Buonaura, dal presidente del comitato nomine, Luca Cordero di Montezemolo, e da Clara Streit dovrebbe affidare, dopo il passo indietro del ceo Federico Ghizzoni, l’incarico per la ricerca del nuovo ad a una società di cacciatori di teste, che potrebbe essere Korn Ferry.